Rasetti Antonio Giuseppe di Gioanni Battista e Caramellino Lucia, nato il 25 novembre del 1899 a Pinerolo (Torino). Fabbro ferraio e maniscalco, comunista. Abbandonato dai genitori per ragioni non note, passa buona parte dell’infanzia in un orfanotrofio. Dal 1912 va a vivere a Ginevra (Svizzera) a casa della nonna paterna, ma rimpatria nel 1916. A soli 17 anni si arruola per combattere nella I Guerra mondiale e destinato al 276. Reggimento di Fanteria, partecipa alla battaglia difensiva sul Piave. Congedato nel 1921 torna a vivere dalla nonna in Svizzera, ma pochi anni dopo emigra in Francia e si stabilisce a Saint-Etienne (Loire). Verso la fine del 1927 emigra a Villeurbanne (Rhône), nel circondario di Lione, dove rimane fino al 1936. Parte volontario per la Spagna repubblicana nell’ottobre del 1936. Raggiunta Albacete (Murcia) base logistico-organizzativa e sede del Comando e del Commissariato delle Brigate Internazionali, dopo un breve periodo di addestramento a La Roda (non lontano da Albacete) fa parte del Battaglione italiano Garibaldi, allora in via di formazione. Dalla fine novembre è sul fronte di Madrid: prende parte a quasi tutti i combattimenti in difesa della capitale, da Casa de Campo a Pozuelo de Alarcon, dalla Ciudad Universitaria a Mirabueno ed a Majadahonda, fino alla battaglia del Jarama (7-22 febbraio del 1937). In marzo combatte la vittoriosa battaglia di Guadalajara (8-23 marzo) contro le quattro divisioni di Camicie Nere italiane del CTV (Corpo Truppe Volontarie). Dal maggio del 1937 fa parte della XII Brigata Internazionale Garibaldi. Il mese successivo combatte sul fronte di Huesca (Aragona), un’offensiva purtroppo conclusa con pesanti perdite. Nulla ci dice se in luglio abbia combattuto la battaglia di Brunete (o del Guadarrama) ma è probabile di si, poiché agosto lo vede in ospedale ad Albacete, ricoverato per ferita (o per malattia). Appena ristabilito viene trasferito alla Artiglieria Internazionale che ha la propria base principale ad Almansa (Murcia). Ignoriamo su quali fronti abbia combattuto con la sua batteria fino al maggio del 1938, quando è schierato sul fronte dell’Ebro a sostegno dell’imminente offensiva. Nel frattempo, a fine luglio aderisce al Partito Comunista spagnolo tessera n. 303536. Verso il declinare della battaglia (tardo autunno del 1938) a seguito del ritiro dai fronti dei volontari internazionali deciso dal governo repubblicano, Rasetti è accantonato nel campo di smobilitazione di Torelló (Catalogna), dove rimane fino al crollo del fronte catalano nella prima decade di febbraio del 1939. Rientrato in Francia, viene internato nei Campi di San Cebriá de Rosselló/St. Cyprièn (Pirenei Orientali), di Gurs (Basses Pyrénées) ed infine del Vernet d’Ariège. È erroneamente citato fra gli internati precettati in una CTE (Compagnie de travailleurs etrangers). In realtà rimane sempre rinchiuso nel durissimo Campo del Vernet, da dove viene rimpatriato nell’ot-tobre del 1941. Tratto in arresto dalla polizia italiana al valico di confine di Pont-Saint-Louis (tra Mentone e Ventimiglia), Rasetti è tradotto nelle Carceri Nuove a Torino. Dopo oltre 3 mesi di detenzione, il 27 gennaio del 1942 è finalmente sottoposto al giudizio della Commissione provinciale torinese per il confino di polizia, che lo assegna a 5 annidi confino a Ventotene. Liberato nell’agosto del 1943 dopo la caduta di Mussolini, Rasetti rientra a Pinerolo, dove riprende subito i collegamenti con il Partito. Dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943, la nascita della Repubblica di Salò e l’inizio dell’occupazione nazista, lo ritroviamo subito in clandestinità. Poco dopo è partigiano con il nome di battaglia “Riva” ed è fra i responsabili del servizio staffette dei distaccamenti e delle Brigate garibaldine comandate da “Barbato” e “Petralia” (Pompeo Colajanni e Vincenzo Modica), dislocate nelle Po e Infernotto (Barge), sul Montoso (Bagnolo Piemonte) e nella Val Luserna (vallone laterale della Val Pellice, dove la presenza garibaldina veniva a rompere l’egemonia monocolore delle formazioni di Giustizia e Libertà. Smobilitato dopo la Liberazione, riprende la sua antica professione di fabbro-maniscalco e l’attività politica nella Sezione comunista della sua città natale. E’ deceduto a Pinerolo il 4 novembre del 1953.

Annotazioni: Biografia di Gianpaolo Giordana aggiornata ad aprile 2017, realizzata sulle seguenti fonti consultate: Archivio INSMLI – Milano (Fondo Archivio Aicvas), Archivio Istituto Storico Regionale “Parri” – Bologna, Archivio del Comune di Pinerolo – Servizi DemograficiArchivio Centrale dello Stato – Roma (Casellario Politico Centrale, busta 4231, fascicolo 6821) , Archivio Centrale dello Stato – Roma (Confinati Politici, busta 848), Archives BDIC – Nanterre (MFM 880/…, Brigades Internationales)