Coco Francesco, nato il 10 febbraio 1896 a Morano Calabro (Cosenza). Barbiere, comunista. Iscritto al Partito Socialista, passa al Partito Comunista d’Italia alla sua fondazione nel 1921. Emigrato nel 1926 negli Stati Uniti, svolge una intensa attività politica, ed è uno degli organizzatori dello sciopero dei tessitori a Passaic (New Jersey) che dura oltre due mesi. E’ arrestato durante un comizio di scioperanti, oppone resistenza alla polizia ma viene arrestato e condannato. Nel 1927 fonda a New York il settimanale “Lotta di Classe”, destinato agli operai tessili e prosegue la propaganda comunista. Insieme ad Ubaldo Cazzoli (Giulio Fantini), del sindacato dei ristoratori, Coco è inserito dal Partito Comunista nel Comitato Nazionale per gli Italiani, con il compito di sindacalizzare i connazionali. Il 24 aprile del 1937 arriva in Spagna con passaporto rilasciato dal consolato spagnolo di New York ed entra a far parte della brigata Garibaldi come commissario politico di compagnia. In una lettera scritta nel 1938 al comitato Antifascista di New York scrive: “E’ più di un anno che qui in Spagna si svolge una lotta la quale può segnare l’avvenire dell’intera umanità. Da tutte le parti del mondo sono accorsi gli amanti della libertà e della giustizia, per dare il braccio fraterno ai nostri compagni spagnoli. Attualmente la lotta si fa più dura: inter armate di soldati di Hitler e Mussolini premono per sconfiggere a tutti i costi l’esercito nostro e dare alla Spagna un regime fascista. Noi, come voi sappiamo cosa significherebbe per tutti i lavoratori del mondo una vittoria fascista in questo paese. Le forze popolari della Spagna hanno saputo, attraverso dura esperienza, crearsi un forte agguerrito esercito popolare, disciplinare meglio la vita economica del paese e la produzione di guerra nelle retroguardie ed adottare altri provvedimenti imposte dalle necessità della situazione. […] Noi Garibaldini dei fronti di Huesca, Brunete e Saragozza che abbiamo partecipato come abbiamo potuto alla guerra combattuta e non ancora vinta, invitiamo tutti gli antifascisti sinceri, di tutte le correnti politiche […] e tutti gli uomini liberi di stringersi compatti nella difesa della Spagna aggredita. Desideriamo questo, in nome dei nostri morti i quali fino all’ultimo si dono battuti da leoni. Desideriamo questo in nome dei nostri compagni in Italia, i quali dalle nostre lotte e dalle nostre vittorie, traggono la forza e la determinazione di lottare per dare al nostro paese un po’ di pace e felicità. Anche in America si è creato un forte movimento di fronte popolare fra tutti gli italiani amanti del proprio paese. In quanto a noi non abbandoneremo la lotta, fino alla vittoria”. Risulta rientrato a New York il 19 settembre 1938 sul piroscafo “De Grasse”. Inserito nel Bollettino delle Ricerche e nella Rubrica di Frontiera per il provvedimento di arresto. Muore nel marzo 1956 e riposa nel cimitero di Arlington (Virginia)