Cinelli Gatone di Leonardo e Mancini Rosmunda, nato il 29 dicembre 1905 ad Empoli (Firenze). Contabile, comunista. Il padre è in fratello del podestà fascista di Empoli. Frequenta il liceo classico. Presta servizio militare come soldato semplice dal 25 maggio 1925 al 23 aprile 1926, presso la compagnia distrettuale di Napoli. Iscritto la Partito Comunista d’Italia dal 1937 e membro del Soccorso Rosso Internazionale. Espatriato clandestinamente nell'agosto del 1937 direttamente alla volta della Spagna, viene condannato in contumacia a 3 mesi di carcere e 2000 lire di ammenda. Iscritto in Rubrica di frontiera. Si arruola nella 12. Brigata Garibaldi 3. Battaglione e si distingue, ottenendo un riconoscimento, sul fronte di Caspe/Caspe nel marzo 1938. Durante l’ultima offensiva repubblicana sull’Ebro, è ferito sulla quota 467 nel settembre 1938. Il 29 novembre 1938 ottiene la tessera del Partito Comunista spagnolo. Dopo il ritiro dal fronte dei volontari internazionali. Deciso dal governo repubblicano nel settembre 1938, è avviato ad un campo di smobilitazione. Al crollo del fronte catalano, rientra in Francia l'8 febbraio 1939 ed è internato a S. Cyprien, poi nell'aprile del 1939 a Gurs. Lì entra in conflitto con i comunisti e rifiuta di firmare una lettera di solidarietà ad Andrè Marty. Dopo questa scelta è trasferito alla 9. Compagnia del campo che riunisce anarchici ed anticomunisti. Il 3 settembre 1939, chiede di potersi arruolare nell'esercito francese, ma dal 19 maggio 1940 è al Vernet (settore C reduci di Spagna, baracca 1 o 48, matricola 3271) come propagandista sospetto, per aver manifestato contro l'arruolamento nelle Compagnie di Lavoro Straniere (CTE) e per aver opposto resistenza alla Garde mobile. La sua liberazione è richiesta dal Direttore della ditta Progyl di Lione per l'impiego come boscaiolo ma le autorità del campo esprimono parere sfavorevole per la sua condotta negativa al campo (è condannato a 8 giorni di prigione il 26 febbraio 1941). Dal campo chiede di emigrare in Messico e specifica di non voler essere consegnato alle autorità italiane, ma compare in una lista del gennaio 1942 contenente i fuoriusciti italiani presenti al campo che hanno richiesto il rimpatrio. Il 13 marzo 1942 è tradotto in Italia a Mentone: oppone resistenza all'arresto ed è imprigionato; verrà consegnato alle autorità italiane solo il giorno successivo. Deferito alla Commissione Provinciale di Firenze è assegnato a 4 anni di confino a Ventotene. Viene liberato nell'agosto 1943. Nessuna ulteriore notizia.