Cianca Alberto di Francesco e Vespasiano Maria, nato il primo gennaio 1884 a Roma. Avvocato, antifascista, co-fondatore di “Giustizia e Libertà”. Laureato in legge è prima redattore parlamentare del quotidiano romano "La Tribuna", poi al "Secolo" di Milano e più tardi, come redattore capo, al "Messaggero" di Roma, dal quale si dimette nel 1921, non condividendone l'indirizzo politico. Passato a dirigere, per qualche tempo, "L'Ora" di Palermo, dopo il delitto Matteotti, assume la direzione de "Il Mondo" di Giovanni Amendola e cura anche l'edizione del settimanale satirico-umoristico "Il becco giallo". Uomo di grande coraggio conduce una battaglia senza tregua contro il fascismo, venendo più volte aggredito e subendo la devastazione della casa da parte degli squadristi. Nel 1926s sfugge all'arresto a seguito della condanna al confino, fuggendo clandestinamente in Corsica con una barca e poi portandosi a Parigi. Lì dirige con Claudio Treves il periodico socialista “La Libertà”, riprendendo anche a pubblicare "Il becco giallo". Nell'agosto del 1929, all'Hôtel du Nord de Champagne, a Montmartre, su iniziativa di Alberto Tarchiani, Carlo Rosselli, Gaetano Salvemini, Emilio Lussu, Francesco Fausto Nitti, Alberto Cianca partecipa alla fondazione di “Giustizia e Libertà”, un movimento repubblicano, che ha il proposito di riunire tutte le formazioni non comuniste che intendevano combattere e porre fine al regime fascista. Nel 1931, Giustizia e Libertà stipula un accordo paritario con il Partito Socialista che prevede l'inclusione di Giustizia e Libertà nel comitato esecutivo della Concentrazione Antifascista, un'associazione di partiti antifascisti comprendente anche il Partito Repubblicano Italiano. Il componente di Giustizia e Libertà nel Comitato esecutivo della "Concentrazione" è Alberto Cianca. L'accordo tra le tre formazioni politiche, tuttavia, è presto segnato da numerosi contrasti e, nel maggio del 1934, la Concentrazione Antifascista si scioglie. Durante la guerra civile spagnola non è combattente, ma dal 17 agosto 1936 al 27 aprile 1937 opera sia in Spagna che all'estero svolgendo attività di propaganda nella Sezione Italiana di Carlo Rosselli e Camillo Berneri, aggregata alla Colonna Ascaso della CNT-FAI. Presente sul fronte di Huesca insieme a Carlo Rosselli e altri membri dell'unità, di cui è considerato membro effettivo. Nel febbraio 1937 visita il Battaglione Garibaldi al comando di Pacciardi e ne pubblica sul settimanale “Giustizia e Libertà” del 26 febbraio la cronaca delle battaglie sostenute nella difesa di Madrid. Viene iscritto in Rubrica di Frontiera e nel Bollettino delle Ricerche. Tornato a Parigi, dopo l'assassinio dei fratelli Rosselli diviene direttore del settimanale “Giustizia e Libertà”. Rientrato a Parigi a seguito dell’invasione della Francia da parte dei nazisti, nel 1940, fugge dalla Parigi occupata dai tedeschi, raggiunge Casablanca e da qui ripara negli Stati Uniti, dove riprende la lotta antifascista militando nel Partito d'Azione, con Leo Valiani, Carlo Sforza e Alberto Tarchiani. Rientra in Italia con gli Alleati nel 1943, nei giorni dello sbarco di Salerno ed è presidente del primo congresso nazionale dei CLN di Bari. Come rappresentante del Partito d'Azione, di cui è stato anche l'ultimo segretario politico, fa parte, come ministro senza portafoglio, del primo governo Bonomi e, come ministro della Consulta, del primo Gabinetto De Gasperi. Consultore nazionale e poi deputato alla Costituente, dopo lo scioglimento del Partito d’ Azione aderisce al PSI, nelle cui liste è eletto, nella seconda legislatura, senatore per le Marche. Rieletto al Senato nel 1958, Cianca è stato più volte presidente del Collegio dei probiviri dei giornalisti italiani. Muore in una clinica romana l'8 gennaio 1966.