Cetti Andrea di Carlo e Zanotta Teresa, nato il 16 agosto 1911, a Barbengo (Svizzera) o secondo altre fonti a Barbania (Torino) di famiglia originaria di Tremezzina. Di professione meccanico autista, comunista. Frequenta le scuole elementari. Residente a Lugano dove svolge lavori saltuari. Nell’agosto del 1931 entra in Italia senza il permesso dell’autorità consolare per cui gli viene ritirato il passaporto. Dopo una permanenza presso i parenti a Tremezzina espatria clandestinamente attraverso la valle d’Intelvi nell’ottobre dello stesso anno. Nel 1932 rientra in Italia, per assistere ad una corsa automobilistica al circuito di Monza, ma viene arrestato per alterazione della foto nel passaporto; successivamente prosciolto ritorna a Lugano dove alloggia presso la sorella Maddalena ed il cognato Athos Rezzonico, che condividono con lui l’ideologia comunista. Svolge attività politica organizzando il trasporto in Italia di materiale di propaganda del Partito Comunista. A Lugano frequenta il bar Morenzoni, ritrovo dei fuoriusciti antifascisti. In Italia viene inserito nel Bollettino delle Ricerche e in Rubrica di Frontiera per il provvedimento di arresto per espatrio clandestino. Scoppiata la guerra in Spagna, presso il bar Morenzoni e la Camera del Lavoro di Lugano, viene effettuata attività di reclutamento di volontari per le Brigate Internazionali. Cetti parte per la Spagna dove giunge il 7 dicembre 1936. Viene arruolato nella compagnia italiana del Battaglione Dimitrov (XV Brigata Internazionale), combattendo nella battaglia del Jarama. Successivamente passa al 3. battaglione della brigata Garibaldi il 6 aprile 1937. Sottufficiale di una sezione, viene ferito alla spalla a Farlete. Promosso tenente, combatte a Belchite, dove subisce un'altra leggera ferita. Presente anche sul fronte di Estremadura e nella ritirata da Caspe all'Ebro. Il 9 settembre 1938 viene colpito sulla Sierra de Caballs sul fronte dell'Ebro e l'1 gennaio 1939 risulta irreperibile dal foglio di notizie, per cui si suppone sia deceduto a causa della ferite ricevute. Invece secondo il consolato italiano di Lugano Cetti sarebbe rientrato dalla Spagna e nel 1940 si sarebbe trovato al lavorare come manovale nella località Paradiso (Lugano).