Centrone Michele di Antonio e Baccarelli Rosa, nato il 30 dicembre 1879, a Castellana Grotte (Bari). Falegname, anarchico. Trasferitosi a Milano, si iscrive al PSI nel gennaio 1897, partecipando ai moti del 1898, poi diventa segretario della Lega falegnami e ebanisti, aderente alla Camera del Lavoro. Al principio del 1900 aderisce al gruppo libertario “Sempre sulla breccia”, insieme al fratello Vincenzo e sostiene, con le sue oblazioni, il giornale «Lotta di classe» di Milano, che pubblica qualche suo articolo. Nell’estate del 1900 firma una dichiarazione di solidarietà nei confronti degli anarchici, processati a Ancona per associazione sediziosa. La sua casa viene perquisita e la polizia sequestra molti giornali anarchici e socialisti e opuscoli sovversivi, per cui viene rimandato a Castellana e chiamato alle armi per il servizio di leva. Alla fine del 1903 emigra clandestinamente negli Stati Uniti e si stabilisce a San Francisco dove collabora con il periodico anarchico “La Protesta Umana" diretto da Ciancabilla e “L’Adunata dei refrattari”, conducendo una intensissima attività politica. Due anni dopo, nel 1905, collabora alla stesura di un manifesto, che ricorda l’atto di Gaetano Bresci, e dal 4 gennaio al 6 settembre 1909 è il responsabile di “Nihil”, un giornale individualista anarchico, edito a San Francisco. Il 18 novembre 1906 è ricoverato al Saint Mary Hospital di San Francisco perché malato di tubercolosi Legatosi ai gruppi della tendenza anti-organizzatrice. Centrone difende l’8 marzo 1913, sulla “Cronaca sovversiva” di Barre, Joe Russo, detto “l’Unico”, dalle calunnie de “Il Proletario” e, nell’ottobre 1916, cerca di tenere, a San Francisco, un comizio per la liberazione di Carlo Tresca e di altri compagni, minacciati dalla pena capitale nello Stato del Minnesota. Condannato a 10 giorni di reclusione, rifiuta di essere liberato in cambio del sostegno elettorale del sindacato dei carpentieri al giudice, che lo ha condannato. Perseguitato dalle autorità statunitensi per i suoi principi, nel 1920 viene espulso dagli USA e deportato in Italia, giunge a Napoli. In luglio interviene al II congresso anarchico dell’Unione Anarchica Italiana di Bologna. Segnalato, in settembre, a Castellana, abita a Popoli d’Abruzzo, presso un parente, dall’inizio del 1921 al 19 febbraio 1923, quando lascia la penisola. Il 19 aprile 1923 lascia di nuovo l’Italia. Passato in Francia, si imbarca a Saint-Nazaire per gli Stati Uniti, dove cerca di farsi riammettere, dicendo di chiamarsi Francesco Paglia. Riconosciuto e respinto, viene rimandato in Italia, dove arriva in giugno, e in luglio è arrestato a Popoli d’Abruzzo, per uso di falso passaporto. Nel luglio 1924 torna in Francia e nel marzo 1928 ne viene espulso. Passa in Belgio, da cui viene espulso, poi in Lussemburgo fino ad arrivare in Francia. Il 5 aprile 1931 è arrestato per contravvenzione del decreto di espulsione dalla Francia. Nel maggio 1931 affitta a Parigi una stanza presso Emilia Buonacosa, vedova dell’anarchico Antonio Giordano “Ustori”. Il 10 febbraio 1932 Centrone scrive a Vera pinto: “Qui [in Francia] è un po’ più triste di tutti gli altri, in quanto oltre che stranieri, siamo anche esiliati illegalmente e ad ogni più piccolo stormire di foglie. C’è sorpresa sul capo , oltre a qualche mesetto di sole a scacchi per infrazione dei diversi decreti di espulsione, l’esser ricondotti alla frontiera da dove si sarà costretti a ritornare in Francia [dove è possibile ] tirare avanti questa vita che non certo piena di sole rose, ma che non è poi completamente seminata di rovi, in quanto di tanto in tanto qualche scoppio di polvere o un lampo d’uragano ci fa sempre più sicuri che la nostra modesta e sconosciuta opera di seminatori, non è del tutto vana e che il momento della resa dei conti non è lontano.” Nel giugno 1932 entra nel Comitato anarchico pro vittime politiche di Parigi che fa capo a Renato Castagnoli e nel maggio 1933 viene incluso fra gli attentatori residenti all’estero. Nel novembre del 1935 partecipa, a Saurtrouville (Parigi), al Convegno d’Intesa degli anarchici italiani emigrati in Europa, e in dicembre è presente alla conferenza organizzata da Giustizia e Libertà nella capitale francese. Il 2 agosto 1936 è tra i primi volontari ad accorrere in Spagna allo scoppio della guerra insieme a Equo Giglioli, Renzo Cavani, Bruno Gualandi, Mario Girotti, Libero Luppi e Socrate Franchi, arruolandosi nella Sezione Italiana di Carlo Rosselli e Camillo Berneri, aggregata alla Colonna Ascaso della CNT-FAI. Il 19 agosto 1936 la Colonna Ascaso lascia Barcellona tra due ali di folla per raggiungere il fronte d’Aragona nella zona di Vicièn. La Sezione Italiana giunta al fronte il 21 agosto è formata da 150 combattenti di cui 80 anarchici, 20 giellisti ed il resto repubblicani, socialisti e comunisti e fornita, con uno sforzo organizzativo dei dirigenti catalani, di 4 mitragliatrici, muli e fucili. Si attesta di fronte alle posizioni franchiste di Huesca e Almudevar su un monticello a cui Mario Angeloni da il soprannome di Monte Pelato in ricordo di un’altura di Lipari. All’alba del 28 agosto 1936 i franchisti forti di 700 uomini circa, con mitragliatrici, autoblinde, e una batteria attaccano in quello che è il primo scontro tra volontari italiani e franchisti spagnoli. Alle 9 del mattino l’attacco è respinto con gravi perdite del nemico. Centrone al suo primo combattimento, muore a 57 anni, dopo essere stato colpito alla testa. Insieme lui cadono altri volontari italiani che verranno tutti seppelliti in giorno successivo nel cimitero di Vicien, alla presenza di Carlo Rosselli, mentre due trombe suonano l’Internazionale. I caduti di Monte Pelato verranno commemorati a Parigi nella Sala Chope de Strasbourg il 28 agosto 1937 con Aldo Garosci tra i relatori.

Annotazioni: Scheda integrata con informazioni del Dizionario Biografico on line degli Anarchici Italiani https://www.bfscollezionidigitali.org/collezioni/6-dizionario-biografico-online-degli-anarchici-italiani