Celli Pietro di Giuseppe e Pergolesi Carolina, nato il 21 aprile 1904 a Spello (Perugia). Fabbro, socialista. Secondo fonti di polizia, nel 1922 si iscrive al Partito fascista. Presta poi servizio militare a Bari e in seguito si trasferisce a Firenze e a Torino, con una compagnia di artisti del cinema. In seguito, però, alle persecuzioni politiche fasciste deve emigrare in Francia nel 1925, e a Metz è segnalato come attivo antifascista nel 1927. Licenziato per le sue idee comuniste dalle officine Wendel della città, si trasferisce a Marsiglia dove, all'inizio del 1933, chiede l'iscrizione al fascio che gli viene rifiutata. Nel 1934 è, poi espulso dalla Francia. Secondo alcune segnalazioni, sarebbe in Spagna già nel marzo 1935, a Siviglia prima e a Barcellona. E’ comunque in Spagna nel novembre 1936. Il 5 dicembre 1936 è iscritto in Rubrica di Frontiera e con provvedimento di arresto nel novembre 1936, quando viene ufficializzata la sua presenza in Spagna. Qui, infatti, dalla fine del 1936 al febbraio 1939 combatte nella XIV Brigata Mista “La Marsellaise” e poi nella XII Brigata Garibaldi nella quale raggiunge il grado di capitano per i meriti di guerra, viste le gravi ferite riportate al lato sinistro del torace sul fronte del Jarama, in seguito alle quali è ricoverato all’ospedale di Alicante fino all’estate del 1937. II 31 agosto del 1938 è uno degli investigatori del Servizio di Informazione Militare che firma il rapporto sul maltrattamento dei detenuti nella prigione delle Brigate Internazionali di Castelldefels (Barcellona) che porta alla destituzione e all’arresto del comandante precedente Michel Lantez. Dal dicembre del 1938 e fino alla chiusura il 22 gennaio 1939 è l’ultimo comandante della prigione. Costretto alla fuga per l’imminente arrivo delle truppe franchiste, torna in Francia nel 1939 e viene internato nei campi di Argelès e Gurs. Successivamente arruolato nelle compagnie di lavoro straniere sul fronte francese. Tra il settembre 1940 ed il novembre 1941 vive a Parigi. Sicuramente per sfuggire ai nazisti e raggiungere in Africa le forze della Francia Libera, ritorna in Spagna e viene arrestato ad Albacete sotto una falsa identità di cittadino cubano (Pedro Moreno Cortès). Processato da un tribunale franchista è condannato a 20 anni di carcere da scontare nella prigione di Alicante, ma durante un periodo di libertà vigilata grazie all’intervento della Croce Rossa e del consolato cubano, si imbarca clandestinamente per Casablanca (Marocco), dove aderisce alle forze combattenti del Generale De Gaulle. Ritorna in Italia a Napoli proveniente da Algeri il 22 giugno del 1944. Negli anni ’60 conduce una polemica sui giornali contro Carlo Penchienati per i suoi attacchi contro il comportamento dei comunisti in Spagna. Riceve incarichi di partito dal PSI e assume la carica di membro del Consiglio nazionale dell'AICVAS. E’ costretto a diminuire la sua attività per l’aggravarsi della malattia che gli sarà fatale. Muore a Roma il 25 aprile 1973.

Annotazioni: Le informazioni contenute nel profilo bioanagrafico sono tratte in parte da: \\\' antifascismo umbro e la guerra civile di Spagna / Luciana Brunelli, Gianfranco Canali. - Foligno : Editoriale Umbra, 1992. - 223 p. ; 21 cm. - (Testimonianze e materiali ; 7). - [ISBN] 88-85659-33-0, p. 27; 32; 48; 53; 54; 56; 67n; 69n; 76n; 77n; 149-150.