Lateltin Jules Philibert di Joseph e Janin Catherine, nato il primo settembre 1906, ad Arnad (Aosta). Contadino. Militante nella gioventù comunista. Orfano di padre, era espatriato in Francia con modalità non note, nel corso del 1924. Si stabilisce nella capitale con la mamma Catherine e vive al 12 bis di rue Trezel (prolongée Levallois). Negli anni trova lavoro come chauffeur de taxi. Il 21 aprile del 1936 viene eliminato dai registri anagrafici del comune di nascita per l’emigrazione definitiva all’estero. Parte volontario per la Spagna repubblicana il 17 ottobre del 1936. Dopo aver attraversato i Pirenei, arriva a Figueras (Catalunya) dov'è indirizzato a Barcellona. Qui, al Cuartel Carlos Marx (Caserma Carlo Marx), si arruola nella Centuria italiana Gastone Sozzi (Columna Llibertat, Batallon Espartaco), organizzata da PSUC e UGT (Partit Socialista Unificat de Catalunya - Union General del Trabajo). La Centuria, che nel frattempo era impegnata in duri combattimenti su un fronte poco a Sud-Ovest di Madrid, dopo i primi scontri di Pelahustàn, Real Cenicientos e sulle pendici della Sierra de Gredos subisce pesanti perdite il 19 ottobre del 1936, nella battaglia di Chapinerìa, dopo di che è inviata a riposo prima di essere sciolta. Lateltin non fa dunque in tempo a raggiungere il reparto, cosa che avviene pochi giorni dopo, quando i superstiti vengono destinati ad Albacete (Murcia) al neonato Battaglione Garibaldi dove formeranno l’ossatura della 4. compagnia. Quando il Garibaldi lascia in tutta fretta Albacete intorno al 10-11 novembre, per raggiungere rapidamente Madrid, seriamente minacciata, Lateltin fa parte della sezione mitraglieri della 3. Compagnia. Prende parte al battesimo del fuoco del battaglione, l’attacco condotto senza artiglieria al monastero fortificato in cima al Cerro de los Angeles (Cerro Rojo). Poi combatte ai margini della città, alla Ciudad Universitaria, dove i garibaldini e altre unità repubblicane riescono più volte a respingere i furibondi assalti e le infiltrazioni dei Regulares marocchini e di altre truppe mercenarie reclutate fra le tribù berbere del Rif. Impegnato ancora a dicembre nei durissimi combattimenti di Pozuelo de Alarcon e di Boadilla del Monte, all’inizio di gennaio del 1937 combatte ancora a Mirabueno, sull’altopiano poco a Nord della capitale. E' ferito la prima volta il 13 (o il 14) gennaio a Majadahonda, mentre sposta in avanti una mitragliatrice sotto il violento fuoco dell’artiglieria fascista. Partecipa in prima linea alla battaglia di Guadalajara (8-23 marzo del 1937) quale membro del 3. battaglione, 4. compagnia, benché non ancora perfettamente guarito: ferito nuovamente, viene ricoverato alla divisione B dell'ospedale di Tarancon il 16 marzo. Ferito una terza volta nel corso degli scontri per la conquista del Palacio de Ibarra contro le Camicie Nere italiane della Divisione fascista "Dio lo vuole", ritorna ancora in linea a Casa de Campo (Madrid) poco più di un mese dopo. Combattendo nel grande parco alla periferia di Madrid, lungamente e duramente conteso, il 21 aprile del 1937 Lateltin cade colpito dall’artiglieria franchista mentre dall’osservatorio più avanzato sta seguendo i movimenti del nemico. Il primo maggio 1937 il giornale della Brigata Garibaldi "Il Garibaldino", pubblica nel numero 1 del periodico un necrologio di Lateltin con fotografia firmato dal commilitone Antonio Falchieri: “II volontario Lattertin Umberto, della seconda Compagnia, del secondo Battaglione della Brigata Garibaldi è morto sul fronte delia Casa del Campo il 22 aprile. Era uno di coloro che facevano parte del Battaglione Garibaldi sin dalla sua formazione. Fin dai primi combattimenti, Cerro Rojo, Città Universitaria, Pozuelo, lo si vide combattere eroicamente, con un coraggio degno di un combattente della libertà. A Boadllla del Monte fu uno dei primi ad avanzare sfidando tutti i pericoli, anche a Mirabueno si distinse. Sul fronte di Majadahonda avanzò colla mitragliatrice malgrado un terribile bombardamento dell'artiglieria nemica. Durante questa operazione rimase ferito. Ritornò in compagnia ancor prima di essere completamente guarito. Insistette per rimanere al fronte, durante la battaglia di Guadalajara alla presa del Castello di Ibarra fu nuovamente ferito durante un aspro corpo a corpo col nemico. Di nuovo di ritorno in compagnia colla ferita ancora sanguinante e di nuovo insistette per rimanere in prima linea. Alle osservazioni che gli facevamo la sua risposta era: “Sai che sono venuto in Ispagna per combattere il fascismo." Partiva all’attacco col sorriso sulle labbra e così, col sorriso sulle labbra è morto. Per noi fu una grande perdita. L’eroismo di questo compagno vive in noi tutti e ci da forza nella lotta finale contro II fascismo. Una nota di Daniel Dupuy, pubblicata nel DBMOF (Dictionnaire Biographique du Mouvement Ouvrier français, Paris, Maitron-Editions de l'Atelier, 1997), lo cita quale appartenente al movimento anarchico: non si può certo escludere una militanza anarchica giovanile di Lateltin, ma tutte le altre fonti consultate, senza eccezione alcuna, concordano nel considerarlo un militante comunista. Anche i volontari italiani della Centuria Sozzi, la sua prima formazione, erano in larghissima maggioranza militanti comunisti, salvo una piccola quota di combattenti socialisti. La stessa cosa si può dire del Battaglione Garibaldi. Nessuna delle carte d’archivio riguardanti queste due unità antifasciste ne parla come di un anarchico.

Annotazioni: La scheda è stata implementata dalle informazioni contenute nell\\\'elenco di 36 nominativi di antifascisti italiani ricoverati presso l\\\'ospedale di Tarancòn, redatto nel corso di una ricerca sugli ospedali della provincia di Cuenca realizzata dall\\\'Asociacion para la recuperacion de la memoria historica de Cuenca (ARMHCUENCA) ed inviato dal suo presidente Maximo Molina.