Caselli Antonio di Antonio e Persel Vittoria, nato il 7 novembre 1907, a Trieste. Fabbro, socialista. Verso la fine degli anni ’30 parte per la Francia con regolare passaporto con la scusa di un pellegrinaggio an Lourdes, ma con l’intenzione di cercarvi lavoro. Infatti si ferma a Carcassonne dove viene assunto come manovale in una ditta di costruzioni edili che lo fa lavorare in un cantiere a Villegly. Ottenuto il premesso di lavoro si reca a Parigi dove lavora come inserviente alla ”Maison du cafè” in Boulevard Montmartre. Il 23 febbraio 1931 essendogli statat ritirata la carta d’identità si arruola nella Legione Straniera. Viene inviato in Algeria, ad Orano e poi al campo di Sidi Bel Abbes. Successivamente è di stanza a Fez in Marocco. Nell’aprile 1935 torna a Sidi Bel Abbes da dove viene congedato nel febbraio 1936 e rientra a Parigi. Allo scoppio della guerra civile in Spagna si presenta alla sede del Partito Socialista Italiano in Rue Saint-Denis. E' tra i primi volontari antifascisti ad accorrere in Spagna, nell’agosto del 1936 insieme a Tofoni, Negarville, Perini e Scotti. A Barcellona sono ricevuti da Angeloni e arruolato nella Sezione Italiana di Carlo Rosselli e Camillo Berneri, nella Colonna Ascaso, e successivamente fa parte della 27. Divisione "Ascaso", combattente sul fronte di Aragona a Huesca e Tardienta nella compagnia trasmissioni. A Barcellona è rappresentante del Partito Socialista Italiano. Arrestato per motivi disciplinari, viene rilasciato per l’intervento di Mario Massetti su Josè Diaz, segretario del Partito Socialista Spagnolo. Trasferito al Battaglione Garibaldi chiede di rientrare nella 27. Divisione dove rimane fino all'ottobre 1938, quando rientra in Francia. Si presenta al consolato italiano di Parigi chiedendo il rimpatrio. Accusato di essere una spia è ferito a colpi di coltello dall’anarchico bolognese Giuseppe Macchi. Nel febbraio 1939 prende alloggio in un albergo in Rie de Grasset con la moglie Chaverny Vincenza, che aveva conosciuto nell’estate 1934 ad Orano e sposata a Barcellona nel dicembre 1936. Trova lavoro presso una officina meccanica. Nel 1940 è arrestato per disfattismo e oltraggio alla polizia francese e condannato a 3 mesi di carcere. Liberato dopo 15 giorni, trova un nuovo lavoro grazie al consolato trova occupazione come magazziniere presso l’intendenza tedesca nella Parigi occupata. Perso il lavoro, chiede al consolato il rimpatrio ed è tradotto in Italia nel 1940. Arrestato alla frontiera è interrogato il 26 ottobre 1940 nel carcere di Trieste. Deferito alla Commissione provinciale è confinato a Ventotene per un anno. Liberato dal confino nell'ottobre 1941, se ne perdono le tracce.