Lambrocchi Aldo di Amilcare e Spotti Clelia, nato il 26 agosto 1900 a Castellucchio (Mantova). Falegname e meccanico, comunista. Frequenta le scuole fino alla quinta elementare. Trasferito a Milano nel primo dopoguerra, dove la madre educa i figli agi ideali socialisti. Aderisce al PCI sin dalla fondazione ed fa parte degli Arditi del popolo nel 1921-22, subendo numerosi arresti. Nel 1927, fermato in occasione della visita di un gerarca, mentre saliva sul cellulare per essere portato in carcere arringò alla folla gridando "Viva il Comunismo". La sua numerosa famiglia (otto fra fratelli e sorelle), guidate dalla madre Clelia Spotti, sono un punto di riferimento per il PCI milanese negli anni del fascismo. La casa di Aldo, quella del fratello Efrem e di tutte le sorelle (Ernesta, Jole, Ada e Olga) sono negli anni della clandestinità rifugi sicuri per i comunisti. Nell’anno 1927 è fermato a Milano in occasione della visita di un gerarca di regime e mentre sale sul cellulare, rivolge lo sguardo alle persone che curiosavano e grida più volte:” Viva il comunismo”. Nel giugno del 1927 lascia Milano e ripara a Chiavari dove viene arrestato nel febbraio 1928 per distribuzione del giornale “L’Unità” e deferito con altri compagni al Tribunale speciale, ma viene assolto il 19 dicembre 1928 per insufficienza di prove. Rilasciato sotto sorveglianza viene poi diffidato ed infine ammonito e sottoposto a vincoli. Insofferente ai provvedimenti contravviene alle disposizioni e subisce tre mesi di arresto che terminano per effetto di una amnistia. Su indicazione del Partito Comunista, il 6 settembre del 1931 scompare da Milano, e raggiunge il confine accompagnato dalla mamma Clelia, rifugiandosi in Francia. Svolge intensa attività politica a Parigi, e poi si reca in Urss per frequentare la scuola leninista e dove assume il nome di Gennaro Piazza. Successivamente lavora in una fabbrica sovietica a Mitisi e a Mosca convive con una cittadina russa ed ha un figlio adottivo. In Italia viene iscritto nel Bollettino delle Ricerche e nella Rubrica di Frontiera per il provvedimento dell’arresto. A Mosca nel 1935 di iscrive al Partito Comunista dell’Unione Sovietica. Nello stesso anno ospita a casa sua per un mese Ezio Biondini (Merini) che è stato espulso dalla scuola leninista per “bordighismo” e questa amicizia gli costerà una valutazione negativa da parte di Antonio Roasio. Poco tempo dopo Merini sarà deportato in un gulag. Da Mosca Lambrocchi decide di raggiungere la Spagna repubblicana. Portato si a Parigi incontra per l’ultima volta la madre Clelia giunta per salutarlo. Giunto in Spagna l’8 dicembre 1937 si arruola nel 2. battaglione della brigata Garibaldi. Inizialmente assegnato al deposito della XII Brigata, il 3 febbraio 1938 è assegnato alla 34. Batteria “Carlo Rosselli” che opera in Aragona. Cade il 9 settembre 1938 sulla Sierra de Caballs, sul fronte dell'Ebro, colpito in pieno da un obice. Il 7 novembre 1976 il Consiglio Regionale Lombardo insignisce Aldo Lambrocchi di Medaglia d’Oro alla memoria, attribuita in occasione del quarantesimo anniversario della Guerra Civile Spagnola.