Caponetto Paolo Giovanni di Giuseppe e Pangallo Mattea, nato il 27 agosto 1888, a Francofonte (Siracusa). Impiegato daziario, anarchico. Accusato ingiustamente, grazie a false testimonianze, di avere causato la morte di un coetaneo diciottenne, viene arrestato il 30 agosto 1906, processato ed il 30 marzo 1908 condannato per “omicidio preterintenzionale”, dalla Corte d’assise di Siracusa, a 12 anni e sei mesi di reclusione, ridotti per buona condotta a 10 anni, scontati nelle carceri di Siracusa e Lecce, da cui viene rilasciato il 21 settembre 1916. A fine pena, viene tradotto coattivamente al paese natio, e sottoposto a libertà vigilata. Nel 1918 si trasferisce con la famiglia a Palermo dove si avvicina all’ideologia anarchica. Segnalato come nemico irriducibile del fascismo, è arrestato il 23 settembre 1926 a Milano per “frasi ingiuriose pronunciate nei riguardi di S.E. il primo ministro Mussolini” e condannato dalla Corte d’assise a sei mesi di carcere e a una multa. Rilasciato il 23 marzo 1927, viene tradotto coattivamente a Francofonte e nel giugno 1927 la Commissione Provinciale gli commina una ammonizione. Il 21 marzo 1927, espiata la pena viene rimandato a Francofonte, da dove si allontana nel 1929 verso Palermo. Espatria clandestinamente nella seconda metà del 1929 in Francia stabilendosi a Marsiglia. Lì svolge intensa attività antifascista aderendo al gruppo di fuoriusciti di Marsiglia e militando nel movimento anarchico. Inscritto dal 17 novembre 1929 nella “Rubrica di frontiera” e nel «Bollettino delle ricerche» come “pericoloso, da arrestare”, sopravvive miracolosamente il 9 agosto 1931 al crollo dello stabile dove lavora come guardiano. A metà del 1936 raggiunge Barcellona, dove Vindice Rabitti lo ricorda fra i combattenti della Sezione italiana di Carlo Rosselli e Camillo Berneri, aggregata alla Colonna Ascaso della CNT-FAI e successivamente in altre formazioni anarchiche. iscritto al Comitato della LIDU, svolge funzioni di collegamento tra il battaglione italiano e il movimento anarchico spagnolo e internazionale. Rientra in Francia nel 1939 e descrive su “Il Risveglio Anarchico” del 21 febbraio 1929, le lunghissime colonne di profughi che cercano scampo in Francia. L’ anno successivo pare presente a Tunisi. Rientra in Italia alla fine del 1945; nel mese di settembre tiene qualche conversazione pubblica a Messina e diverse altre presso il circolo “Umanità nova” di Catania. Muore a Catania il 7 agosto 1959.