Caneppele Giacomo di Narciso e Bona Maria, nato il 21 agosto 1906, a Mori (Trento). Meccanico, socialista, poi aderente a Giustizia e Libertà. Secondo di sei tra fratelli e sorelle, dopo aver frequentato la scuola elementare, inizia a lavorare come apprendista meccanico. Nel maggio 1927 svolge il servizio militare nel 58. Reggimento fanteria di stanza a Padova fino al settembre 1938. A causa della mancanza di lavoro nel giugno 1932 emigra in Francia con regolare passaporto, stabilendosi a Luneville (Meurthe-et-Moselle), dove lavora come meccanico. Lì inizia ad esser sorvegliato dalla polizia italiana per presunte simpatie socialiste, e si sposta a Tionville e poi a Nancy. In quel periodo prende contatti con il movimento “Giustizia e Libertà”. Il 29 ottobre 1936, appena compiuti i 21 anni, parte per la Spagna con una lettera di raccomandazione di Alberto Cianca. Secondo la polizia italiana viene convinto quella volta a tornare a casa, ma a gennaio raggiunge comunque Barcellona ed è arruolato nel Battaglione Matteotti, che fa parte della Colonna Durruti, formato da Rosselli dopo lo scioglimento della Sezione Italiana della Colonna Ascaso. Fallito il progetto rimane comunque nella Colonna anarchica, quando viene ridenominata 26. Divisione per effetto del decreto di militarizzazione delle milizie e poi nella 120. Brigata Mista, partecipa alla battaglia di Belchite, raggiungendo il grado di tenente. Nel marzo 1938 combatte nel corso della disastrosa ritirata in Aragona, a seguito della caduta di Teruel, che porterà alla divisione in due del territorio repubblicano. In Italia è iscritto nel Bollettino delle Ricerche e nella Rubrica di Frontiera per il provvedimento di arresto. Ferito alla spalla nel settembre 1938 nell’ultima offensiva repubblicana dell'Ebro, è ricoverato all’ospedale di Matarò. Uscito dalla Spagna al crollo del fronte catalano il 6 gennaio 1939, è internato nei campi di Argelès-sur-Mer, poi all’ospedale di Perpignan, nel campo di Ancenis e successivamente di Gurs, dove entra a far parte della 9. Compagnia destinata agli anarchici e agli anticomunisti. Nei giudizi su di lui reperibili nell’Archivio delle Brigate Internazionali di Mosca (RGASPI), riemergono i dissapori con i comunisti:” «Caneppele si trovava […] assieme agli elementi Cattivi [gli internati in conflitto con i comunisti]. Non poteva essere diversamente. L’educazione che [...] aveva ricevuto nella 26 Divisione, anarchica, non poteva non spingerlo ad agire così». Esce dal campo nel febbraio 1940, arruolato nella 253. Compagnia di Lavoratori Stranieri, destinata a lavori per l’esercito francese, e nel caos di Dunkerke, riesce ad allontanarsi ed a raggiungere Bruxelles in Belgio. Presentatosi in consolato, ottiene il foglio di via in Italia, ed è arrestato alla frontiera del Brennero. Interrogato a Trento ammette al sua partecipazione alla guerra di Spagna. Deferito alla Commissione Provinciale, è assegnato a 5 anni di confino alle isole alle Tremiti. con altri tre combattenti di Spagna. Riesce a lasciare l’isola nell’agosto del 1943, a seguito della caduta del fascismo nell'agosto 1943. Ritorna al paese natale, ma dopo l’armistizio deve tornare in clandestinità. In contatto con gli elementi antifascisti del paese, il primo maggio 1945, probabilmente su incarico del CLN locale, si reca a parlamentare con gli alleati insieme a Silvio Bianchi, anche lui volontario in Spagna. Nel dopoguerra non gli viene riconosciuta l’attività antifascista e affronta gravi difficoltà economiche e di salute. Grazie ad Emilio Strafelini trova un lavoro presso una fabbrica di Montecatini, Sposa Agnese Perzolli e ha alcuni figli. Muore ad Ala (Trento) nel 1980.