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Singolo evento | Antifascisti combattenti e volontari della Guerra di Spagna

Processo per l'oro di Dongo

Data di inizio: 11 Nov 1946
Data di fine: 6 Nov 1972
Periodo storico: Post 1945

Le accuse sono di furto ai danni dello Stato e di omicidio, nel contesto storico della fine del fascismo, della fuga di Mussolini travestito da soldato tedesco, della sua fucilazione con Claretta Petacci e dell'esecuzione dei gerarchi fascisti sulla piazza di Dongo. Secondo l'accusa il “tesoro” sequestrato al convoglio di Mussolini, fermato a Dongo dai partigiani della 52. Brigata Garibaldi, invece di essere versato nelle casse dello Stato è finito nelle casse del PCI e nelle tasche di alcuni partigiani. Chi ha assistito alla spartizione del bottino è stato brutalmente soppresso. Fra gli altri il partigiano “Neri” (Luigi Canali) e la partigiana “Gianna” (Giuseppina Tuissi) che hanno partecipato all’inventario del tesoro nel Municipio di Dongo e lo hanno poi trasportato a Como. La Pubblica Accusa ritiene responsabili a vario titolo del trafugamento del tesoro e degli omicidi una trentina di partigiani, quasi tutti comunisti, tra cui: “Guglielmo” cioè l’on. Dante Gorreri, deputato del PCI di Parma, all'epoca dei fatti dirigente del PCI di Como; “Fabio” cioè Pietro Vergani, senatore del PCI di Pavia, già  ispettore generale delle Brigate Garibaldi in Lombardia; “Pietro” (Michele Moretti), commissario politico della 52. Brigata Garibaldi; “Bill” (Urbano Lazzaro), che ha identificato e arrestato Mussolini travestito da soldato tedesco; “Lino” (Siro Rosi), comandante partigiano; Maurizio Bernasconi, Luigi Venettozzi e altri. L'istruttoria comincia l'11 novembre 1946, con un esposto del Comitato di Liberazione di Como. L'inchiesta passa dalla Procura di Como alla Procura militare di Milano dato che l'indagine riguarda la “preda bellica” catturata a Dongo dalle formazioni partigiane. La Procura solleva conflitto di competenza (i partigiani possono considerarsi militari?) e rimette gli atti alla Cassazione. La Corte, con provvedimento 27 dicembre 1946, rinvia gli atti alla Procura militare di Milano. Entrata in vigore la Costituzione il 1. gennaio 1948, il giudice militare rimette gli atti alla Cassazione ritenendo che in base all'art. 103 della Costituzione sia competente a giudicare l'autorità  giudiziaria ordinaria. La Corte accoglie l'eccezione e rimette il processo alla Corte di Appello di Milano per la continuazione dell'istruttoria. Il 3 ottobre 1949 si ha un primo rinvio a giudizio avanti la Corte di Assise di Como, competente per territorio. In seguito all'eccezione di legittima suspicione, interviene nuovamente la Cassazione e ordina che il processo si svolga a Padova. Alla vigilia del dibattimento, il Procuratore della Repubblica di Padova chiede il rinvio del processo a causa di nuovi indizi ed elementi di prova che rendono necessario un supplemento di istruttoria. A questo punto l'inchiesta rimbalza tra Padova, Venezia e Milano, finchè la Cassazione stabilisce che la nuova istruttoria sia fatta dalla Corte di Appello di Milano. La seconda istruttoria dura due anni e si conclude con un nuovo rinvio a giudizio per il 29 settembre 1953 avanti la Corte di Assise di Padova. Nel frattempo Dante Gorreri, uno dei principali imputati che si trova in carcere preventivo da anni, è stato eletto deputato nelle liste del PCI nel giugno 1953. Ciò determina il rinvio del dibattimento, dovendo l'autorità  giudiziaria chiedere e ottenere l'autorizzazione a procedere al Parlamento, concessa soltanto anni dopo. Il 29 aprile 1957 si apre il dibattimento a Padova, ma in agosto si verifica un fatto tragico e imprevisto: Silvio Aldrighetti, uno dei giudici popolari che compongono la Corte, si uccide. Purtroppo all’inizio del lungo dibattimento il Presidente della Corte non ha provveduto a nominare un numero sufficiente di giudici supplenti e non è possibile sostituire l’Aldrighetti. Il 19 agosto 1957 il Presidente dr. Zen, su richiesta del P.M., ordina il rinvio a nuovo ruolo del dibattimento. Il processo non si farà  più per sopravvenute prescrizioni ed amnistie, dichiarate dal Tribunale di Padova con provvedimento 26 maggio 1970 per il Vergani e per gli altri imputati minori e con provvedimento 6 novembre 1972 per il Gorreri. [Tratto da: Tosi Giorgio, Un processo politico. L'oro di Dongo (Padova, 1957), in “Materiali di storia del movimento operaio e popolare veneto”, n. 15, 2000, Centro studi Ettore Luccini, Padova, http://www.centrostudiluccini.it/pubblicazioni/materiali/15/2-tosi.htm ]


LEGATE A QUESTO EVENTO

Persone
  • Rosi Siro (14 febbraio 1915 - 13 marzo 1987) , dal 3 ottobre 1949 fino al 26 maggio 1970
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