Cacciari Pasquale nato il 12 aprile 1903 a Tunisi da Gaetano e Adele Rosaspina, ma residente a Livorno. Frequenta le scuole elementari. Di professione scaricatore di porto e meccanico tornitore, sposato dal 1922 con tre figli. Nel 1920 aderisce la Partito Socialista Italiano e dal 1921 passa al Partito Comunista d’Italia. Il 23 agosto 1921 è arrestato per aver partecipato alla fondazione livornese degli Arditi del Popolo. Rilasciato il 26 ottobre è successivamente prosciolto. Arrestato il 6 febbraio 1923 per complotto contro la sicurezza dello stato con Ilio Barontini ed altri comunisti viene scarcerato il 13 per mancanza di prove. Compie il servizio militare dal 1923 al 1924 nell’Artiglieria da Campagna come tiratore. All’inizio del 1930 riceve l’incarico dal partito di dirigere il settore di Barriera Garibaldi e di occuparsi dei collegamenti con il corriere del Partito Comunista d’Italia Luigi Guermandi detto “Piccione”. Dopo gli arresti dei dirigenti comunisti nel dicembre 1930, Cacciari prende la guida dell’organizzazione e stampa un numero de “L’appello al diritto”, organo dei gruppi sindacali clandestini dei lavoratori del porto di Livorno che denuncia la disoccupazione ed i bassi salari. Arrestato il 13 gennaio 1931 e deferito al Tribunale Speciale per associazione e propaganda sovversiva è prosciolto il 28 marzo 1931 per insufficienza di prove. Assegnato il 15 giugno a due anni di confino a Mamoiada (Nuoro), dove viene raggiunto dalla moglie e dai figli. Torna a Livorno con un permesso per assistere la madre malata, e chiede la remissione del resto della pena avendone scontata metà. Dopo un primo rifiuto del prefetto di Livorno la richiesta è accettata e il 16 novembre 1932 Cacciari viene prosciolto con l’amnistia del decennale fascista, ma sottoposto a diffida. Emigra clandestinamente il 23 gennaio del 1938 con una barca che viene rimorchiata in Corsica da un peschereccio. Dalla Corsica si trasferisce a Marsiglia dove frequenta altri fuoriusciti livornesi. Mandato dai compagni a Parigi, rivede Ilio Barontini che lo convince a partire per la Spagna dove arriva l’8 aprile del 1938 dopo aver attraversato i Pirenei. Si arruola nella Brigata Garibaldi, 2° battaglione, compagnia mitraglieri, prendendo parte alle battaglie in Aragona e all’ultima grande battaglia della guerra civile spagnola, l’offensiva dell’Ebro. Dopo il ritiro dei volontari internazionali deciso dal governo repubblicano nel settembre 1938, Cacciari di ritrova nel centro di smobilitazione di Torellò in Catalogna. Dopo la caduta di Barcellona il 26 gennaio 1939 si mette in marcia verso la Francia con gli altri volontari e le colonne di profughi. Passa la frontiera il 7 febbraio 1939 ed è internato nel campo di Saint Cyprièn poi a Gurs (nel settore E) da dove compie l’imprudenza di allegare ad una lettera indirizzata alla madre una foto di gruppo in cui è ritratto con altri 4 livornesi (Rabuzzi Dino, Chiesa Oberdan, Ceccarini Mario, Soldaini Giovanni). Tale ingenuità verrà poi utilizzata dall’OVRA contro i sunnominati quando, a seguito dell’armistizio fra la Francia di Pètain e l’Italia fascista (luglio 1940) verranno tradotti in patria nel 1941 e condannati a 5 anni di confino da scontare a Ventotene. Trasferito a Vernet, poi nel maggio 1940, ad Argelès-sur-Mer e Mont Louis. Incluso nel novembre 1940 nella lista dei connazionali disposti a rimpatriare Cacciari è tradotto in Italia il 10 aprile 1941. Arrestato alla frontiera è portato nelle carceri di Livorno e deferito alla Commissione Provinciale che lo assegna il 30 maggio 1941 al confino a Ventotene per 5 anni. Liberato alla caduta del fascismo il 21 agosto 1943, rientra a Livorno. E' partigiano nelle formazioni di Monte Albano in provincia di Firenze. Nel dopoguerra sempre iscritto al PCI, riprende l’attività familiare di macellaio per qualche anno, prima di ricominciare a fare il facchino nel porto di Livorno. Muore a Livorno il 5 ottobre 1996.

Annotazioni: Scheda biografica che incorpora dati a cura di Ilaria Cansella e Francesco Cecchetti per la banca dati ISGREC sui volontari antifascisti toscani in guerra di Spagna: http://gestionale.isgrec.it/sito_spagna/ita/all_ita_details.asp?offset=60&id=2444 (URL consultata il 2 maggio 2021) Secondo altre fonti (scheda Marchetti) sarebbe nato il 10 aprile 1903.