Invernizzi Giuseppe di Angelo e Bolzani Paolina nato a Bergamo il 19 novembre 1899, socialista. Chiamato alle armi il 22 maggio 1917 partecipa alla Grande Guerra inquadrato nel 35. reggimento fanteria, ma viene congedato nel marzo 1918 dopo aver trascorso un lungo periodo di degenza presso l’ospedale militare di Brescia a causa di una pleurite. Esercita la professione di manovale; di idee socialiste alla fine del 1923 emigra in Francia stabilendosi a Martigues (Bouches du Rhone) e successivamente a Marsiglia al numero 1 di Boulevard Viala, da dove parte per la Spagna il 2 dicembre 1936 all’età di 37 anni. Arriva a Perpignano con altri volontari in autocarro e da lì passati i Pirenei raggiunge Figueras e poi Barcellona. Ad Albacete si arruola nella compagnia italiana dell’11. battaglione Dimitrov, della 15. Brigata Internazionale. Passa poi alla Brigata Garibaldi. Combatte in Andalucia sul fronte di Cordoba e a Majadahonda (Madrid): ferito ad una spalla ed al polmone sinistro su un fronte imprecisato, dopo essersi ristabilito ritorna la fronte con la 3. compagnia 2. battaglione della Garibaldi. Combatte a Huesca, Brunete, Farlete, Fuentes del Ebro ed Estremadura. Al momento della ritirata in Aragona nell’aprile del 1938, chiede di rientrare in Francia, ma viene invece assegnato ad una compagnia di disciplina di Caspe a scavare trincee. Trasferito in Catalogna viene detenuto nella prigione per volontari internazionali di Castelldefels (Barcellona). Quando la prigione viene chiusa Invernizzi è mandato di nuovo al fronte, durante la Battaglia dell’Ebro. Rientra in Francia a fine dicembre 1938, e torna a stabilirsi a Marsiglia, iscrivendosi alla locale sezione del Partito Socialista italiano. Allo scoppio della seconda guerra mondiale viene internato al Vernet con i suoi ex compagni d’arme. Quando la Francia viene occupata da parte dei tedeschi, viene rimpatriato in Italia il 12 aprile del 1941 ed arrestato alla frontiera. Interrogato ammette di aver fatto parte della Brigata Garibaldi, ma senza mai combattere, lavorando nel genio nelle retrovie scavando trincee. Riguardo agli italiani conosciuti in Spagna cita come unici nomi il noto Luigi Longo come commissario generale e poi fa i nomi di Battistelli e Picelli che sa caduti in battaglia. Anche se afferma di essere andato in Spagna solo per lavorare senza preveder l’arruolamento nella Garibaldi, la commissione per l’assegnazione al confino lo assegna il 17 luglio del 1941 a cinque anni di confino a Ventotene. Viene liberato nell’agosto del 1943. Non si hanno ulteriori notizie da allora fino alla sua morte avvenuta a Bergamo il 22 maggio 1976. Il Consiglio Regionale Lombardo il 7 novembre del 1976 conferisce a Giuseppe Invernizzi la Medaglia d’Oro alla memoria in occasione del quarantesimo anniversario della Guerra Civile Spagnola.