Intilia Guglielmo di Guglielmo e Cella Lucia, nato il 7 luglio 1913 ad Arta (Udine). Operaio, minatore. Di famiglia di lavoratori emigranti. A tredici anni, nel '26, emigra in Francia, a Aulney/sur Bois (Seine et Oise), per occuparsi nell'impresa diretta da un parente già stabilitosi in precedenza nella cittadina. L'anno successivo cambia impresa, fermandosi in ogni modo ad Aulney, dove lavora da muratore. Entra in contatto con le organizzazioni della Gioventù Comunista. Il 6 febbraio del '34, in seguito alla dimostrazione antifascista contro il tentato assalto delle Ligues fasciste al parlamento francese, è arrestato e deve scontare un mese di carcere. Nel 1935 è ancora arrestato per motivi politici. È tra i primi volontari a portarsi in Spagna, il 30 agosto del '36. È subito al fronte nella zona di Talavera, Alla costituzione del Battaglione «Garibaldi» é assegnato alla 3a compagnia. Svolge mansioni di motociclista portaordini. Combatte al Cerro Rojo e poi alla Città Universitaria di Madrid in novembre dove viene leggermente ferito alle gambe. È nominato tenente e ai primi di dicembre prende parte alla battaglia di Pozuelo. Il 4 dicembre, durante l'attacco franchista, è investito dallo scoppio di una bomba anticarro riportando la mutilazione di entrambe le braccia, una lesione all'occhio e ferite varie alla gola. È ricoverato in diversi ospedali, in Spagna e poi in Francia. Giacomo Calandrone lo ricorda ne “La Spagna brucia” ad una sfilata tenutasi nella città: “Sfilano poi i grandi mutilati: Fort, il maggiore francese cieco, l’eroico Franchina che ha perso una gamba a Villanueva de la Cañada, in una carrozzella; Guglilemo Intilia, mutilato delle braccia e privo di un occhio: Romeo Pontoni, che ha subito l’amputazione delle due gambe, il cieco Agosti, Giovanni Secci e tanti altri, che non riesco a distinguere per la commozione. Accanto a me la gente piange.” Nella seconda metà del '37 rientra dalla Francia in Spagna e lavora con le organizzazioni addette ai rifornimenti. È alla grande sfilata dei mutilati delle Brigate Internazionali dell'estate del '37 a Barcellona. Alla fine del '38 rientra in Francia fermandosi clandestinamente a Parigi per qualche tempo, poi, a cura delle organizzazioni comuniste, è portato in Unione Sovietica, dove giunge il primo settembre 1939 dopo un viaggio in nave da Le Havre a Leningrado. Qui si stabilisce inizialmente a Molino, presso Mosca; è in seguito in Uzbekistan, dove partecipa alle trasmissioni di radio Mosca dirette verso l'Italia e le altre zone del fronte europeo. Alla fine della guerra mondiale nel novembre 1946, fa richiesta con altri a Paolo Robotti, funzionario del PCI, di poter rientrare in Italia. Nel '47 rientra in Carnia, stabilendosi a Tolmezzo. Qui, nonostante le difficoltà economiche e i postumi delle ferite, continua l'impegno all'interno della Federazione Carnica del Partito Comunista fino alla morte, avvenuta il 26 ottobre 1973.