Braga Faustino di Giuseppe e Piccinelli Oliva. nasce a Virle Treponti frazione di Rezzato (Brescia) il 29 gennaio del 1903, È segnalato come socialista. Dopo aver frequentato le scuole elementari fino alla III classe. quasi sicuramente viene avviato all'apprendimento del mestiere di scalpellino, ma non si hanno notizie più precise in merito. Desta interesse degli organi di polizia solo nell’ immediato primo dopoguerra in quanto giovane politicamente attivo che si fa notare “come elemento socialista e indi come anarchico". Iscritto solo alcuni mesi alla sezione socialista del suo paese, è impegnato soprattutto nella propaganda "per la diffusione delle sue idee". Lasciato il PSI, abbraccia il credo libertario. Alcuni documenti lo danno come particolarmente attivo durante il biennio rosso. Sono di questo periodo, per l'appunto, alcune condanne: la prima è dell’ottobre del 1921. Gli sono comminali venticinque giorni di reclusione per violenza pubblico ufficiale: la seconda è invece del luglio dell'anno seguente. La sentenza prevede alcuni mesi di carcere lesioni personali volontarie. Secondo una nota dei carabinieri, il Nostro professa '"l'idea anarchica. e per quanto non risulti sia mai stato tesserato a tale partito, si (dimostra] sempre un appassionato della sua idea, della quale [esplica] propaganda attiva"' Sempre nel 1922, e precisamente il 13 Settembre, emigra per motivi di lavoro in Francia; esercita il mestiere di scalpellino a Reims, Parigi e Sataren. Qui si accompagna ad altri socialisti espatriati dall'Italia per ragioni politiche. Poco si sa dell'attività svolta in questi anni, se non che il 6 aprile del 1925, la Corte d’appello di Parigi lo condanna a sei mesi di reclusione per aver procurato lievi lesioni presumibilmente a dei suoi avversari di idee. Decide di rientrare in Italia per assolvere al servizio di leva, ma al confine di Modane, il 4 marzo del 1926, viene arrestato e trasferito alle carceri di Milano. Deferito al Tribunale militare con l'imputazione di essere un disertore per non aver risposto alla chiamata, viene immediatamente assolto perché l’accusa, è giudicata del tutto infondata. È così assegnato al 24. Reggimento fanteria di stanza a Genova. Seppur limitato nei movimenti dalla disciplina militare. non rinuncia a testimoniare il proprio credo politico: una nota informativa rileva che il Nostro "si dimostra elemento contrario al Regime e denigratore del fascismo". Anche per queste ragioni, nell'aprile del 1927, solo un mese dopo essersi congedato, la Commissione provinciale lo sottopone al provvedimento dell'ammonizione per la durata di due anni in quanto "elemento pericoloso all'ordine nazionale dello Stato". di "temperamento spavaldo e prepotente che persiste subdolamente a svolgere propaganda avversa all'attuale governo Nazionale e al Regime fascista". Trasferitosi a Brescia per ragioni di lavoro, in agosto è condannato a tre mesi di carcere per aver contravvenuto all'ammonizione. Agli inizi del 1928 lo ritroviamo occupato come marmista presso la ditta Tomasini. Ma le condizioni di vita cui è costretto, non devono essere delle più facili se nei primi anni Trenta esprime il proposito di raggiungere il fratello Giuseppe, già fuoruscito in Francia. Cosi, nell'agosto del 1934 gli viene rilasciato il passaporto col quale esce legalmente dal Paese avendo in tasca un regolare contratto di lavoro della ditta Villy Louis. Si stabilisce a SI, Martin-sur-Ocre nella Loira. Da lì, in un secondo momento, si trasferirà a Parigi. Un anno dopo è colpito da un provvedimento di espulsione perché ritenuto «politicamente pericoloso». Iscritto nella rubrica di frontiera, nel settembre del 1936 si arruola con Ateo Scorticati nella prima sezione italiana di volontari antifranchisti comandata da Angeloni e Rosselli aggregata alla colonna Ascaso della CNT-FAI, per passare poi, nel novembre successivo. al Batallòn de la Muerte col quale partecipa a tutte le azioni militari, fino al luglio del 1937. ln una di queste, sul fronte di Huesca. il 16 giugno, viene gravemente ferito alla testa. Forse è di tale periodo il suo successivo passaggio a una nuova unità. probabilmente alla Brigata Garibaldi. Dopo l’estremo tentativo di bloccare l'avanzata dei nazionali su Caspe, nel marzo del 1938, egli viene dato come facente parte Battaglione disciplinare della 45. Divisione. che comprende la XII Brigata internazionale, mentre alcuni mesi dopo, pare sia arruolato in una unità del Genio. presente nella provincia di Teruel, Queste vicissitudini. ci inducono a pensare a una sua qualche insofferenza verso l’ambiente politico-militare, confortati in tale impressione anche dal fatto che, in una nota informativa, viene qualificato come "comunista dissidente”. Rientrato in Francia nel febbraio del 1939. tre mesi dopo è internato prima nel campo di Argelés-sur-Mer. dove fa parte libertario del gruppo libertario Libertà o Morte, quindi in quello di Le Vernét d' Ariège ed infine a Gurs, dove con altri operai francesi. è inquadrato in una delle compagnie adibite ai lavori di fortificazione della frontiera a nord del Paese. Catturato dai nazisti a Dunkerque come l'altro anarchico bresciano Ragni, dopo disfatta dell'esercito anglo-francese. è deportato in Germania. Alla fine del 1940, viene consegnato alle autorità francesi, che lo rinchiuderanno nell'ex ospedale militare di Reims. trasformato frattempo in campo di concentramento. insieme ad altri ex miliziani di Spagna. Nel luglio 1941. è dato ancora come internato, ma a Cazeau. Da questo momento non si avranno di lui altre notizie.

Annotazioni: Scheda biografica redatta da Roberto Cucchini per il volume I soldati della buona ventura: militanti antifascisti bresciani nella guerra civile spagnola (1936-1939) 2. ed. riveduta e aggiornata. - Rudiano (Bs): GAM, 2011 [ISBN] 978-88-89044-56-8