Bozzi Giuseppe di Pietro e Gerli Santina nato il 7 gennaio 1901 a Milano. Operaio, antifascista. Per i primi 36 anni di vita le uniche informazioni certe sono i suoi dati identificativi. Non si sa quando sia espatriato, anche se sicuramente in modo clandestino. Nell’estate del 1937 Giuseppe si trova a Le Havre e, a dire della polizia fascista, avrebbe ricevuto danaro dal Consolato italiano per rimpatriare. Invece, nel febbraio del 1938, lo si trova inquadrato nella 12. Brigata Internazionale “Garibaldi”, 3. Battaglione, come soldato semplice. Il 20 marzo 1938, all’inizio degli avvenimenti che vengono ricordati come la ritirata da Caspe all’Ebro, il convoglio ferroviario diretto nel settore degli scontri, che trasporta il 2. e 3. Battaglione della Garibaldi, viene centrato da un bombardamento aereo nei pressi di Tortosa. In questa circostanza Bozzi è ferito gravemente, ancora prima di iniziare a combattere effettivamente. Per le cure è inviato all’ospedale di S’Agarò, a nord-est di Barcellona. Per il seguito si devono necessariamente avanzare delle supposizioni ragionevoli e contestuali circa quello che può essere stato il percorso successivo di Giuseppe. Le ferite subite sono talmente gravi da indicare, come assolutamente indispensabile, il rientro di Giuseppe in Francia, per affrontare le cure sanitarie più idonee al suo recupero. Ad ogni modo si sa che, sia per l’accordo Molotov-Ribbentrop che per l’inizio della Seconda Guerra Mondiale, il governo di destra francese, presieduto da Edouard Daladier, decide di segregare i comunisti o presunti tali che risiedono in territorio nazionale: Giuseppe, reduce antifranchista di Spagna, l’8 ottobre del 1939 si trova internato nel Campo di concentramento del Vernet d’Ariège. Il Bozzi, interpellato da rappresentanti della Croce Rossa Internazionale circa il suo possibile rimpatrio dal nuovo Campo d’internamento di Noe, raggiunto il 5 dicembre del 1941, non condivide la sollecitazione e decide di rimanere in Francia. Il Consiglio Regionale Lombardo il 7 novembre del 1976 conferisce a Giuseppe Bozzi la Medaglia d’Oro alla memoria, in occasione del quarantesimo anniversario della Guerra Civile Spagnola.