Bottacini Alberto di Margherita Bottacini, nato il 27 gennaio 1921 a Carpi (Modena). Operaio. In origine, poiché entrambi i genitori sono ignoti, gli viene attribuito il nome di Alberto Uberti, e solo il 16 agosto 1928 con atto notarile viene riconosciuto dalla madre, residente a Reggio Emilia. In seguito nell’ottobre 1929 viene portato a Reggio Emilia da Carpi e affidato allo zio Ennio Bottacini che, poco tempo dopo, si trasferisce a Scandiano (Reggio Emilia). Risulta fermato per misure di pubblica sicurezza a Roma nel 1936. Nel febbraio 1938 raggiunge la madre a Spa in Belgio, poi si trasferisce prima ad Anversa e poi in Francia, a Parigi. Nel luglio 1938 viene diffidato dalla polizia francese a lasciare il paese poiché sprovvisto di passaporto valido, ma decide comunque di restare per trovare un lavoro che gli avrebbe dato diritto alla carta d’identità. A fine agosto dello stesso anno viene però rintracciato dalla polizia che gli notifica la partenza per l’Algeria con la Legione Straniera. Arruolato e portato nella caserma marsigliese della Légion (Fort Saint-Nicolas), scappa presso Perpignan e, arrestato, viene trattenuto prima in carcere a Montpellier (Hèrault) quasi un mese e poi condotto al confine con la Spagna per l’espulsione. Attraverso Andorra il 15 settembre 1938 è in Spagna dove si arruola con gli anarchici 227° battaglione anarchico. E’ subito smobilitato per il ritiro dei volontari internazionali, deciso dal governo repubblicano nel settembre 1938, mentre ancora si combatte la battaglia dell’Ebro. Uscito dalla Spagna nel febbraio 1939, alla caduta del fronte catalano, viene internato in Francia nel campo di Argelès-sur-Mer, da dove evade prima di essere scoperto come disertore della Legione Straniera. Caduto nelle mani della polizia italiana, nell’agosto 1939 giunge a Genova dove inizia le ricerche della madre in Belgio attraverso un esposto alla polizia locale e al Regio Consolato d’Italia a Bruxelles, nel quale chiede di rintracciare la donna, ancora là residente. Il 27 agosto 1939 risulta aver già ritrovato la madre a Spa, ma viene rimpatriato a Scandiano in provincia di Reggio Emilia con foglio di via. Arruolato nell’esercito, in data sconosciuta il suo reparto è trasferito sul fronte greco, dove nel 1943 passa nelle file della Resistenza ellenica. Muore a Reggio Emilia il 17 ottobre 2003.