Bortolus Pietro di Giovanni e Riobello Teresa, nato il 26 novembre 1913, Sesto al Reghena (Pordenone). Operaio, comunista. Emigra in Francia nel 1930. Schedato dalla polizia italiana nel 1937 come comunista ed iscritto nel Bollettino delle Ricerche e nella Rubrica di frontiera per l’arresto. La sua attività lavorativa in Francia può essere ricostruita grazie al fatto che al momento della morte gli vengono ritrovate addosso dai franchisti le ricevute dei pagamenti delle contribuzioni previdenziali. Da questi documenti sappiamo che Bortolus è stato nel 1933 ad Urcay (Allier), nel 1934 ha lavorato per l’impresa edile dei fratelli Bastianelli di Monluçon, ed a Bergerac nella Dordogne a più riprese dal 1934 al dicembre 1937. Si tratta di occupazioni spesso durate poche settimane, che denotano una pendolarità, probabilmente stagionale, fra le due regioni della Francia meridionale. Nell’aprile 1937 Pietro indirizza una lettera al fratello Luigi Bortolussi [sic], a Bagnara di Gruaro (localita della provincia di Venezia vicina a Sesto al Reghena), nella quale sono allegate due tessere del Comitato di accoglienza ai bambini di Spagna, edita dalla Commission de Solidaritè du Rassamblement Populair. Nella lettera Bortulus si dichiara comunista ed esprime disprezzo per il fascismo che affama l’Italia e pronto a partire per la Spagna per lottare per la pace di tutto il mondo. Entrato in Spagna in data ignota è arruolato nella Brigata Garibaldi. Rimane un’incertezza sulle circostanze della morte di Bortolus. Secondo il Servizio di Informazioni Militari, viene ritrovato sulla Sierra de Argallen (presso Cordoba), ma questo collocherebbe la sua morte al 23 settembre del 1937. La ricevuta dei contributi relativa al dicembre 1937 escluderebbe questa possibilità: potrebbe trattarsi di una confusione commessa dagli informatori del Sim, e trattarsi della Serra de Argallanes in Estremadura, dove la Brigata Garibaldi subisce forti perdite il 15 e 16 febbraio 1938.