Gregorcich Josip di Ivan e Sajt Anna, 30/7/1903, Opatija/Abbazia (Croazia). Manovale. A quattro anni perde il padre emigrato negli Stati Uniti a causa di un incidente in miniera. Laiora come garzone in una farmacia di Pola. E’ costretto a sfollare a San Pietro del Carso allo scoppio della prima guerra mondiale. Subito dopo la guerra, Dopo essere rientrato ad Abbazia, si trasferisce in Jugoslavia lavorando a Olovo, Jesenice e Kranj, dove lavora come panettiere, fuochista ed operaio mettalurgico, dedicandosi al contempo a varie attività sportive e artistico-culturali. A causa dell’attività sindacale, subisce arresti per ragioni politiche. Nel maggio 1937 parte per la Spagna con un gruppo di comunisti ed è inquadrato nella Compagnia “Ivan Cankar” come mitragliere. Poi diventa fiduciario politico al Battaglione Dimitrov, XV Brigata Internazionale. Pochi mesi dopo è commissario del battaglione ed anche della 129. brigata. Combatte sul fronte di Madrid, in Aragona, Saragozza, Teruel e Catalogna. Esce dalla Spagna nel febbraio del 1939 finendo internato a Saint Cyprièn, Gurs ed Argelès-sur-Mer. Nei campi prosegue la sua attività politica, ma poi nel 1940 evade dal campo, si imbarca a Marsiglia, e raggiunge Spalato e poi Jesenice. Qui è fra i responsabili del Partito Comunista Jugoslavo. Dopo l’invasione tedesca è gli organizzatori della lotta partigiana. Comanda la compagnia partigiana di Jesenice denominata “Ivan Cankar”. Poi è comandante del Battaglione “Canka” in infine comandante del 1. Gruppo di Distaccamenti del Gorenjsko. Cade presso Jelovica il 9 settembre 1942, insieme ad altri 28 partigiani. Infatti accerchiato e gravemente ferito si suicida facendo esplodere una bomba a mano.