Bordin Rizieri di Luigi e Griggio Caterina, nato il 20 febbraio 1907 a Vigodarzere (Padova). Manovale, comunista. Emigrato in Francia nel 1924 e poi in Belgio nel 1929 a Triviers (La Louvrière, Hinault). Allo scoppio della guerra civile si porta in Spagna il 27 ottobre 1936 arruolandosi nel Battaglione Garibaldi. Destinato alla difesa della capitale assediata È ferito alla spalla destra a Casa de Campo il 17 novembre 1936. In Italia risulta iscritto in Rubrica di Frontiera per il provvedimento di arresto. Nel settembre del 1937 è nella brigata Garibaldi come sergente del 2. battaglione. Combatte a Farlete (agosto 1937), Fuentes del Ebro (ottobre 1937), Estremadura (febbraio 1938) e caspe (marzo-aprile 1938). Partecipa anche all’ultima offensiva repubblicana dell’Ebro (luglio-novembre 1938). A seguito del ritiro dei volontari internazionali, deciso dal governo repubblicano a fine settembre 1938, mentre ancora si combatte la battaglia dell’Ebro, Bordin è avviato in un campo di smobilitazione. Esce dalla Spagna nei primi mesi del 1939, rientrando in Belgio, dove riprende l’attività politica. A seguito dello scoppio della II guerra mondiale e l’occupazione del Belgio, entrato nella Resistenza, organizza svariati sabotaggi, collabora alla stampa clandestina, organizza i sindacati clandestini e compie numerosi trasporti di armi e munizioni. Col nome di battaglia di “Karl” è uno degli organizzatori delle prime compagnie di partigiani armati nella regione del Centro e poi del Borinage. Dal 1942 è costretto a vivere in clandestinità, ma continua a partecipare ad azioni dirette contro i tedeschi. Catturato nel maggio 1944 dai tedeschi a Liegi, sottoposto a tortura denuncia i suoi compagni, causando l’arresto di numerose staffette soprattutto del comandante del 1. Corpo di Liegi e dell’avvocato Lejour che saranno uccisi. Malgrado la confessione viene deportato in Germania, nel campo di Neuengamme, matricola 45021. Alla liberazione del campo rientra in Belgio dove per la presunta delazione è sottoposto a Consiglio di Guerra e condannato a morte. La sentenza non viene eseguita e dopo 5 anni di carcere Bordin viene liberato e rientra in Italia. Nel 1955 risulta risiedere a Padova. Nel 1968 fa domanda di pensione per le persecuzioni subite in guerra.