Bonsignori Alfredo di Giuseppe e Silvestri Italia, nato il 28 gennaio 1895 a Cecina (Livorno). Falegname, anarchico. Avvicinatosi giovanissimo al marxismo, grazie al socialista Giuseppe Macchia, si iscrive al Partito Socialista Italiano. Nel 1915 prende parte alle proteste contro l’ingresso in guerra dell’Italia e nel 1919 organizza la Lega proletaria e contadina di Cecina insieme al socialista Bocelli. Sposato a 23 anni con Corinna Michelotti ha un figlio di nome Lenin. Consigliere comunale a Cecina dal 7 novembre 1920, passa al Partito Comunista d’Italia alla sua fondazione nel gennaio 1921 ed in febbraio è condannato per correità nell'omicidio del fascista Dino Leoni, che era giunto con una squadra per costringere l’amministrazione a rimettere la lapide nel palazzo municipale con il bollettino della vittoria ed i nomi dei cecinesi caduti, che era stata rimossa. Malmenato dalla polizia è rinchiuso nelle carceri di Volterra, e per farlo uscire viene candidato alle politiche dal Partito, ma non ottiene i suffragi necessari e resta in carcere a San Gimignano, Portolongone e Nisida. Condannato nel 1922 a dieci anni di reclusione, viene rilasciato il 18 agosto 1926 per effetto di amnistie e condoni. Minacciato a Cecina dai fascisti, si sposta a Roma dove viene aggredito perché portava una cravatta a fiocco, noto simbolo di sovversivismo. Spostatosi a Milano, espatria in Francia con la moglie ed il figlio e si stabilisce a Lione. Lì lavora come ebanista. Espulso dal Partito Comunista d’Italia per le sue tendenze di sinistra aderisce al Gruppo di Avanguardia Comunista, fondato dall’antico seguace di Bordiga, Michelangelo Pappalardi, diventando il principale esponente del gruppo operaista su posizioni non lontane da quelle della KAPD (Kommunistische Arbeiter-Partei Deutschlands) tedesca e dei tribunisti olandesi (Gorter, Pannekoek) – con le sue testate, Le Réveil Comuniste-ll Risveglio Comunista (1927-29) e L’Ouvrier Communiste (1929-31). In Italia viene iscritto nel Bollettino delle Ricerche, nella Rubrica di Frontiera e nel 1933 incluso nella lista dei potenziali attentatori, Colpito da un decreto di espulsione dalla Francia nel 1928, rimane illegalmente a Lione, senza rinunciare all’attività sovversiva, tanto da venire accusato di aver aggredito con altri comunisti ed anarchici alcuni fascisti che rientravano da una commemorazione. Nel 1932 Bonsignori interviene con due articoli, pubblicati su Prometeo, nel dibattito interno della Frazione d’orientamento bordighista del PCd’I. Nel 1934 scioltosi il gruppo di Pappalardi, abbandona definitivamente il marxismo, dissentendo dalla teoria del socialfascismo ed aderendo al movimento anarchico. Ai primi di novembre del 1935 partecipa con Camillo Berneri al convegno anarchico di Sartrouville. Nell'estate del 1936 valica i Pirenei insieme a Attilio Scarsi, Egisto Serni, Gusmano Mariani e si arruola nella Sezione Italiana di Carlo Rosselli e Camillo Berneri aggregata alla Colonna Ascaso della CNT-FAI, combattendo al Monte Pelato e a Tardienta. Il 16 giugno 1937 sul fronte di Huesca è testimone della morte del comunista Vitale Giambone, tenente della 2°Comp. Del Battaglione Garibaldi. Lasciata la penisola iberica a fine ottobre 1937, rientra in Francia, e partecipa a Lione, alla conferenza di Enrico Russo sull’anarchismo catalano Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale e la resa della Francia, si unisce al movimento partigiano e partecipa alla Resistenza nella regione del Rodano insieme a Gusmano Mariani, Duilio Balduini, Rosa Winkler, Giuseppe Bogoni, Jordi Arquer, Carlo Emilio Gervasini e Carlo Marchisio Il 18 agosto del 1943 presenta al Consolato italiano di Lione una 'domanda di rimpatrio definitivo', respinta il 16 dicembre dalla Prefettura repubblichina di Livorno. Dopo la Liberazione Bonsignori torna a Cecina dove fa parte dei gruppi anarchici 'Luce e Libertà ' e 'Alba dei liberi'. Qualche anno dopo riprende la strada della Francia stabilendosi di nuovo a Lione insieme alla moglie e al figlio e collabora con gli anarchici francesi e italiani. Si spegne a Lione il 3 aprile 1976 dopo una breve malattia.

Annotazioni: Le informazioni biografiche sono state integrate con informazioni tratte da \\\'Il Rosso, il Lupo e Lillo - Gli antifascisti livornesi nella guerra civile spagnola\\\", Fausto Bucci, Simonetta Carolini, Claudio Gregori e Gianfranco Piermaria e dal Dizionario Biografico on line degli Anarchici Italiani (Vedi Bibliografia)