Bodini Libero di Carlo e Massera Maddalena, nasce a Sesto e Uniti (Cremona) il 27 ottobre del 1899. È segnalato come anarchico, All'età di quattro anni, si trasferisce con tutta la famiglia a San Zeno Naviglio (Brescia), dove trascorre l'adolescenza, per spostarsi nel capoluogo nell'ottobre del 1915. Frequenta la scuola elementare sino alla IV classe. Presta quindi servizio militare durante il primo conflitto mondiale nel 56. Reggimento di fanteria e, successivamente, nel 91. e 92. Nell'immediato dopoguerra lavora come meccanico. Secondo quanto riferito dai rapporti prefettizi, in questo periodo "si fa notare come elemento propendente idee comuniste” e svolge fattiva propaganda in tal senso per la costituzione degli Arditi del popolo" di cui farà parte. Assiduo frequentatore della Camera del lavoro sindacale, le autorità locali Io segnalano come un individuo "di idee anarchiche, capace di compiere reati contro la libertà del lavoro e contro l'ordine pubblico", II 12 giugno del 1922 è arrestato presso la sede del sindacato assieme ad altri 46 compagni per aver promosso la costituzione di squadre d'azione che fanno riferimento all'arditismo rosso. Nello stesso anno, il 14 luglio. è condannato a un mese di reclusione "per attentato alla libertà del perché il 27 giugno era venuto alle mani con due operai che non avevano aderito allo se' in atto in una importante fabbrica cittadina. la Metallurgica bresciana* Il 22 ottobre gli viene comminata una eguale pena, ma questa volta violenza e resistenza alla forza pubblica. Lasciata da tempo la famiglia, vive la condizione di molti altri suoi compagni: disoccupato, trova lavoro presso un contadino residente a Borgo San Giovanni. Segnalato come "individuo pericoloso" e "comunista", per evitare l'arresto e alle rappresaglie fasciste. verso la fine del 1923 emigra clandestinamente in Francia attraversando il valico ferroviario di Modane. Risiede in vari luoghi; da subito aderisce al PCF e svolge per esso un'intensa propaganda politica. Iscritto nella rubrica di frontiera, nel 1931 è a Marsiglia dove fa lo scaricatore nel porto della città. È anche membro del sindacato di categoria aderente alla CGT e ne frequenta assiduamente le riunioni, Nel 1932 si trasferisce a La Ciotat, dopo essere stato incaricato di costituire i Patronati di assistenza per le vittime del fascismo. Nel frattempo è impegnato anche nell'organizzazione delle cellule comuniste, le strutture di base del PCF. Nello stesso anno è arrestato e condannato a due mesi di carcere dal tribunale di Perpignan perché trovato in possesso di una carta d' identità francese falsa, senza la quale un lavoratore immigrato non può ottenere alcuna occupazione. Nel marzo del 1933. sempre a causa della sua attività politica e sindacale, viene prima arrestato e quindi espulso dalla Francia. Ripara in Spagna. A Barcellona si mette subito in contatto con i compagni di frequentando le loro riunioni che si tengono nel Cantinone di Calle Robador; in occasione di uno di tali incontri, si fa accompagnare da un marinaio russo che tiene una conferenza sulla situazione del suo Paese. Frequenta - cosi si legge nel rapporto di un confidente - "i più bassi ambienti antifascisti dove svolge di preferenza la sua propaganda a base di calunnie contro il fascismo. i Gerarchi. il Duce. Partecipa a tutte le manifestazioni antifasciste dove si fa distinguere per il suo fanatismo bolscevico". È quindi a Valencia dover il giorno 30 dello stesso mese, viene arrestato per "propaganda comunista" e detenuto per ventotto giorni presso le carceri locali. Una volta espulso, chiede alle autorità di potersi recare in Russia. Ma invece ritorna nella capitale della Catalogna. Il 19 giugno è fermato sulla Rambla per aver tentato di strappare il distintivo fascista ad un connazionale giuntovi in visita turistica", ma anche perché gli viene trovato addosso e nella sua abitazione copioso materiale di propaganda comunista fornitogli dal sindacato. Dopo essere stato nuovamente imprigionato nel dicembre del 1933 per infrazione al decreto di espulsione. il 2 febbraio dell'anno seguente, una volta liberato, viene portato a Valencia de Alcantara, in Estremadura, sulla frontiera con il Portogallo, ma li fa perdere le tracce continuando a vivere clandestinamente in Spagna per qualche tempo. Rientra quindi in Francia. a Seret. dov'è imprigionato per un mese. Nel giugno del 1936 si stabilisce nuovamente a Marsiglia. nel quartiere Sainte Marthe, ove riprende a fare lo scaricatore. Un anno dopo. nel 1937, attraversa ancora una volta il confine franco-iberico per arruolarsi nella prima Brigata di carri armati. Con l'incarico di meccanico ("miliziano tecnico"). viene adibito ad un'officina autotrasportata recandosi spesso in prima linea per riparare in loco i mezzi danneggiati durante i combattimenti. Uscito dalla Spagna nei primi mesi del 1938, nel luglio dell'anno seguente è rinchiuso nel campo di internamento francese di Argéles-sur-Mer e successivamente, in quello di Gurs. Ma, su sua richiesta. è inviato sulla linea Maginot per partecipare alla costruzione di alcune opere di fortificazione. Al momento dell'occupazione tedesca del Paese. si trova a Belfort: qui viene ingaggiato dalle autorità militari e condotto. nel giugno del 1940. in Germania, a Freiburg, per svolgervi un servizio di lavoro obbligatorio. Vi rimane sino il 14 novembre del 1942. quando è arrestato dalla polizia per essere consegnato il 21 dicembre alle autorità italiane. Tradotto a Brescia e accusato "di comprovati sentimenti antifascisti". il 15 febbraio del 1943 è assegnato al confino di Ventotene" dove dovrebbe scontare Cinque anni. Dopo solo pochi mesi, a causa della caduta del regime il 25 luglio, è rimesso in libertà e rientra a Brescia un mese dopo, Occupato come fattorino dal 2 settembre - ha l'arto paralizzato per un infortunio sul lavoro presso la locale Cassa mutua dell'industria, nei giorni successivi all'armistizio (8 settembre) si allontana "per tema di eventuali rappresaglie". ma già nel mese successivo è reintegrato nell' incarico, In questo periodo abita in corsetto S. Agata, presso la sorella Bice e il cognato. Ma. di lì a poco alloggerà presso il dormitorio San Vincenzo de Paoli. Il 18 maggio del 1944 viene steso a suo carico un verbale di fermo per misure di pubblica sicurezza. Muore a Brescia il 14 novembre del 1961.

Annotazioni: Scheda biografica redatta da Roberto Cucchini per il volume I soldati della buona ventura: militanti antifascisti bresciani nella guerra civile spagnola (1936-1939) 2. ed. riveduta e aggiornata. - Rudiano (Bs): GAM, 2011 [ISBN] 978-88-89044-56-8 sulla base delle seguenti fonti: ACS. Mi. DGPS. cpc. ad D. Morelli. Antifascisti bresciani nel Casellario politico centrale. in «La Resistenza bresciana». cit..n.22. 1991, ad nomen.