Abate Erasmo di Alfonso e Scarpati Maddalena, nato il 15 febbraio 1895 a Formia (Latina). Pubblicista, verniciatore, anarchico. Frequenta la scuola fino a conseguire la licenza dell’Istituto Tecnico. Nel marzo 1912 emigra con la famiglia negli Stati Uniti nello stato di New York, aderendo al movimento anarchico e diventando un attivo militante politico e sindacale. Nel 1920 partecipa al grande sciopero degli scaricatori del porto di New York e nel 1922 è espulso dagli Stati Uniti per la sua attività politica. Rientrato in Italia riprende i contatti con Errico Malatesta ed aderisce all’Unione Anarchica Italiana. Partecipa alla campagna in favore di Sacco e Vanzetti con articoli pubblicati su “Umanità Nova” e sul giornale siciliano “Il vespro anarchico”. Nell’agosto del 1922 è arrestato a Roma per detenzione di esplosivi e attentato all’ardine pubblico. Al processo è assolto dal Tribunale di Ascoli Piceno. Arruolato nel 10. Reggimento Fanteria di Bari, viene riformato dopo 4 mesi di servizio. Continua la sua attività politica ad Ancona ed è tra i capi degli Arditi del Popolo di Ancona, formazione di autodifesa contro le violenze degli squadristi, favorendo il fronte comune con socialisti e comunisti. Ricercato dalla polizia è costretto a fuggire nel 1922 ad Innsbruck, Berlino ed infine a Parigi, stabilendosi sotto il falso nome di “Carlo Bruni”. Lavora in una fabbrica di aeroplani di Puteaux (Hautes-de-Seine). E’ attivo nell’organizzazione delle "Legioni Garibaldine della Libertà" costituite in Francia con l’obiettivo di entrare in Italia non appena le situazione politica sia favorevole, per iniziativa di Ricciotti Garibaldi. Al fallimento del progetto, infiltrato dall’OVRA, nel marzo 1925 è espulso dalla Francia e si trasferisce in Canada e poi clandestinamente negli Stati Uniti, stabilendosi a Chicago (Illinois). Pubblica la rivista “Germinal” e scrive articoli per “Il Martello”, combattendo l’espansione del fascismo nelle associazioni italo-americane. Nell’aprile del 1928 le autorità fasciste iscrivono Abate nella «Rubrica di frontiera» per il provvedimento di fermo. Trasferitosi a Filadelfia, è colpito dalla crisi economica del 1929, per cui vive di lavori precari fino al 1932. Spostatosi a Detroit lavora come verniciatore in una fabbrica di carrozzerie per automobili. Nel 1936 continua la sua opera di pittore e acquista del terreno che ben presto diventa una discreta azienda agricola e di allevamento, cui si dedica con molta premura riuscendo ad accrescere l’attività in pochi anni. Continua, anche, il suo impegno antifascista e a favore della rivoluzione in Spagna e prosegue il suo tentativo di sostegno attraverso l’invio di pacchi e mensili ai compagni in Italia. Una nota dell’Ufficio Cifra italiano lo indica persino volontario, anche se mancano ulteriori conferme della sua presenza. Dopo la seconda guerra mondiale torna in visita in Italia nel 1951 e vi si stabilisce definitivamente nel 1960 e non fa mancare la sua collaborazione a «La Parola del Popolo» (Chicago) e «Controcorrente» (Boston). Molto polemico nei confronti del movimento anarchico italiano, si dedica alla ricerca storica. Nel 1972 pubblica la biografia di Alberto Meschi, suo caro amico di cui colleziona documenti e scritti, sindacalista anarchico, “cospiratore instancabile”. Muore negli Stati Uniti a Chapel Hill (North Carolina) il 16 agosto 1977.
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