Bicocchi Roberto di Vincenzo e Busani Elisa, nato il 14 luglio 1892 a S. Agata Bolognese (Bologna). Ferroviere, comunista. Dal 1899 residente a Bologna. Membro del PSI, sposa il 15 gennaio 1914 Gualandi Giulia. Partecipa alla I guerra mondiale nell’artiglieria pesante. Nel dopoguerra sarà tesoriere di una sezione di ex combattenti. Nel 1921, alla sua fondazione, passa a far parte del PCI alla sua fondazione. Nell'agosto 1923 è processato e condannato a 3 mesi di sospensione dal servizio e 500 lire di multa. Nel luglio 1923 è licenziato dalle ferrovie con la formula dello «scarso rendimento di lavoro», in realtà per avere partecipato allo sciopero nazionale del primo agosto 1922, promosso dall'Alleanza del lavoro. Nell’agosto 1923 espatria in Francia, dove si stabilisce a Montreuil-sous-Bois, nell'immediata periferia di Parigi, e prosegue la sua opera antifascista. Svolge attività nel partito e nelle organizzazioni di massa, lavorando come muratore. Sposato con Gualandi Giulia e con due figli, giunge in Spagna il primo settembre 1936 e si arruola nel battaglione "Gastone Sozzi" combattendo a Pelahustàn e Real Cenicientos. Ritorna in licenza in Francia e al ritorno il 23 gennaio 1937, si unisce alla compagnia italiana del Battaglione Dimitrov (XV Brigata Internazionale), dove è nominato commissario politico di sezione. Caduto il 12 febbraio 1937, nel primo giorno di combattimenti del battaglione, a Morata de Tajuña sul fronte del Jarama. Le circostanze della sua morte sono descritte da Anilo Giorgi, commissario politico della Dimitrov: “[…] Già da un pezzo dura questo sanguinoso combattimento, dovevano essere le 2 del pomeriggio, quando Bicocchi è arrestato netto nel suo slancio, un proiettile gli ha attraversato al testa, e cade senza emettere un grido […]”. Citato nel libro “Garibaldini in Ispagna” pubblicato dal Commissariato del Brigate Internazionali nel 1937. La vedova otterrà la pensione di reversibilità.