Giorgi Anilo di Giasone e Paissan Caterina, nato il 16 marzo 1903 a Cervignano del Friuli (Udine). Cementista, comunista. Frequenta la scuola fino alle superiori. Trasferitosi sin da ragazzo, vive con la moglie Dalila Mazzuchini e i due figli a Secondigliano (Napoli). Iscritto a 18 anni al Partito Comunista Italiano dalla sua fondazione nel 1921. Responsabile di gruppo e poi di settore per 6 anni. Arrestato nel 1926 per attività politica e condannato a 5 anni di prigione. Liberato nel 1929 a seguito dell’amnistia concessa a per le nozze del principe Umberto. Emigra in Francia illegalmente nel 1929 (o nel 1932) con l’aiuto del Partito. Qui è attivo con il Partito Comunista francese nei gruppi di lingua italiana. Rimasto vedovo il 19 novembre 1936 passa in Spagna ed è assegnato alla 3. compagnia italiana del Battaglione Dimitrov, XV Brigata Internazionale. Partecipa alla battaglia sul fronte di Morata de Tajuña da febbraio ad aprile. In seguito è commissario dello stesso Battaglione Dimitrov. Passato alla brigata Garibaldi è commissario del 3. Battaglione dal 16 aprile 1937 sino a quando è nominato comandante provvisorio del 3. Battaglione il 28 agosto 1937. Partecipa alle battaglie di Huesca, Brunete e sul fronte di Saragozza. Per motivi sconosciuti (secondo Pavanin per non aver dimostrato coraggio) viene destituito e sostituito da Martino Martini (Alessandro Vaia). Dal 2 aprile 1938 al 20 settembre 1938 è comandante del 4. battaglione della Garibaldi col grado di capitano. Poi, secondo Carlo Penchienati si porta a Barcellona e tenta il rientro in Italia. Nel novembre 1938 ottiene la nazionalità ed il passaporto spagnolo e si reca a Parigi con Penchienati per alcuni giorni, facendo ritorno il 29 novembre 1938. A metà dicembre è arrestato per diserzione e passaggio illegale della frontiera e condotto nel centro di detenzione delle Brigate di Horta (Barcellona), dove viene liberato per l’intervento di agenti della quinta colonna dal capitano della base Felix de los Santos all’insaputa dei suoi superiori. Secondo Penchienati in questo periodo è imprigionato per alcuni mesi nella prigione delle Brigate Internazionali a Castelldefels (Barcellona), fino al rimpatrio, ma il dato è dubbio. In Spagna si è sposato con Enriqueta Perez-Alonso e rientrano in Francia il 28 gennaio 1939 da Port Vendres (Pirenei Orientali). Rientrato in Francia, risulta aver abbandonato le organizzazioni comuniste. Chiede lo status di rifugiato politico, appoggiato dalla LIDU, “Lega Internazionale per i Diritti dell’Uomo” e ottiene un permesso di soggiorno rinnovabile. Secondo la polizia è membro del partito repubblicano italiano, la coppia abita in rue Jarry, X Arrondisment, poi in rue des Trois Frères, XVIII Arrondisment. Giorgi sembra essere divenuto fiduciario del repubblicano ed ex comandante garibaldino Randolfo Pacciardi, col quale collabora a Parigi durante l'occupazione nazista. Allo scoppio della guerra si arruola nella Legione straniera al campo di Sathonay (Rhône) il primo di febbraio 1940. Per una caduta da cavallo è riformato; sottoscrive un nuovo arruolamento in fanteria al centro di Reuilly e viene fatto abile ma con la capitolazione non è chiamato. Senza lavoro, la moglie è assunta dalle Autorità tedesche al Soldatenheim (Casa del sodato). Il 17 giugno 1942 è convocato alla prefettura, dove è arrestato e poi internato nella caserma delle Tourelles dove la polizia tedesca il 25 febbraio 1943 lo trasferisce al campo sull’isola di Aurigny (Canale della Manica). Dopo lo sbarco degli alleati in Normandia, quando i tedeschi trasferiscono i prigionieri sul continente, evade e ritorna a Parigi. Ottiene la naturalizzazione il 2 agosto 1947 e lavora come operaio cementista presso la società “Aglo-Construction” à Champigny-sur-Marne (Seine, Val-de-Marne). Nel maggio 1955 chiede al “Ministère des anciens combattants et victimes de la guerre” il certificato di deportato e internato politico. Muore in Francia.