Bertolini Renato di Ferdinando e Mazzoni Maria, nato il 30 marzo 1905 a Fivizzano (Massa). Falegname, comunista. Nel 1918 rimane orfano dei due genitori e si trasferisce a La Spezia, dove vivono due zie, iscrivendosi alla scuola d’Arte e Mestieri. Di religione protestante appartiene alla “Associazione Cristiana dei Giovani”. Nel periodo tra il 1926 ed il 1928 compie il servizio militare in Marina, raggiungendo il grado di sottufficiale. Nel settembre 1929, mentre si trova nella zona dell'Arsenale militare a La Spezia, vede un gruppo di camicie nere che si avventa su alcuni operai ritenuti colpevoli di volantinaggio di manifestini clandestini, pestandoli selvaggiamente. Bertolini interviene e riesce a far cessare il pestaggio, ma compromette la sua posizione. Per sfuggire l'arresto, il primo giugno 1930 prende la decisione di espatriare clandestinamente in Francia da Ventimiglia insieme a Giuseppe Corradini, rubando una barca. In Francia, si stabilisce in Provenza. Residente a Nizza, trova impiego presso “La Frigidaire”, una fabbrica di frigoriferi La casa automobilistica Citroën inoltre incarica Bertolini di elaborare nuove plance di legno per le autovetture più lussuose. Dopo una breve esperienza nel Partito Socialista Massimalista si iscrive al Partito comunista, di cui ricopre dal 1932 al 1935 la carica di segretario del Comitato di Marsiglia ed è arrestato per la sua attività politica. In Italia nel 1933 è iscritto nel Bollettino delle Ricerche e nella Rubrica di Frontiera come comunista per il provvedimento di “perquisire e segnalare”. Nell'agosto 1936 parte per la Spagna, si arruola, col nome di battaglia di Vittorio Sarpi, nella Centuria Gastone Sozzi, aggregata alla colonna “Libertad “del PSUC e partecipa a tutte le azioni della centuria sul fronte di Madrid. Passato al Battaglione Garibaldi e poi alla brigata omonima, è tenente della 3. Compagnia. Ferito a Huesca il 16 giugno 1937 alla testa e altre parti del corpo da schegge di granata. E' allora nominato responsabile del lavoro politico sui prigionieri italiani, nel tentativo di selezionare coloro che possono essere reclutati nelle Brigate Internazionali. Tornato al fronte in Estremadura il 16 febbraio 1938, al braccio destro da pallottole. Uscito dalla Spagna il 9 febbraio 1939, è internato ad Argelès, Gurs e Vernet, tra i più pericolosi. Quattro anni dopo, nel luglio del 1943, Bertolini è tradotto nel forte del Replat a Modane (frontiera alpina), dove rimane sino all’armistizio di Cassibile. Catturato dai Tedeschi, il 17 gennaio 1944 viene deportato a Buchenwald in Turingia (matricola 40622). Nel lager nazista entra a far parte dell’IMO (Organizzazione Militare Internazionale), e del comitato clandestino che prepara e dirige l'insurrezione del campo dell'11 aprile 1945, quando approfittando dell'arrivo delle truppe americane attestate ormai nella vicina Weimar, i detenuti assaltano le torri di guardia per prendere il controllo del campo e vengono disarmati e prese prigioniere le SS di guardia del campo, consegnate alle truppe statunitensi al loro arrivo. Alla fine della seconda guerra mondiale, nel maggio 1945, torna in Italia, stabilendosi nuovamente a La Spezia, dove riveste il ruolo di segretario della locale Federazione del PCI dal 1946 al 1947e poi vice segretario regionale fino al 1954. Successivamente è chiamato a Genova come vice-presidente del partito fino a quando nel 1954 viene inviato a Vienna come rappresentante italiano per la FIR, Federazione internazionale della Resistenza, di cui resta segretario fino al 1965. Vice presidente del Comitato Internazionale di Buchenwald-Dora, nel 1957 scrive un rapporto intitolato “I prigionieri italiani nella resistenza contro le SS”. Rientrato in Italia, si trasferisce a Roma e assume la presidenza nazionale dell’ANPIA e dell’ANED, Associazione Nazionale Ex-Deportati. Nel 1968 contribuisce alla fondazione dell’AICVAS, di cui diviene successivamente segretario. Muore a La Spezia il 22 febbraio 1983.

Annotazioni: Biografia integrata da informazioni fornite da Gianpaolo Giordana e altre tratte dal volume di Giuseppe Chiappini Antifascisti della Lunigiana nella guerra civile spagnola 1936-1939, Giuseppe Chiappini Editore, 2016