Berti Giuseppe di Giovanni e Spada Nerina, nato il 25 marzo 1902 a Imola (Bologna). Sellaio, comunista. Nei primi anni ‘90 frequenta amici comunisti ed è per questo assalito numerose volte dagli squadristi. Per sfuggire alle violenze si trasferisce a Milano e dopo un rientro ad Imola emigra definitivamente in Francia nel 1928, dove svolge attività antifascista. Espulso dalla Francia in Lussemburgo, rientra clandestinamente in Francia. Nel 1932 incontra a Parigi altri imolesi tra cui Ezio Zanelli. A seguito dello scoppio della guerra civile in Spagna parte con altri compagni per arruolarsi come volontario il 22 settembre 1936. Superata con qualche difficoltà la frontiera, essendo privo di documenti validi, riesce ad entrare in Spagna ed a raggiungere Albacete, sede dalla Brigate Internazionali. Nell'ottobre 1936 si arruola nel battaglione Garibaldi, come portaferiti della 2. compagnia. Dopo un breve addestramento è inviato al fronte dove dimostra un coraggio straordinario e per questo riceve una medaglia al valore con la seguente motivazione: "Ha dimostrato a diverse riprese un coraggio veramente eccezionale, come portaferiti e come milite”. Il 13 luglio 1937 il giornale della Brigata Garibaldi "Il Garibaldino", pubblica nel numero 5 la notizia della medaglia al valore. Nel giornale della Brigata Garibaldi “Il Garibaldino” numero 9 del 24 agosto 1937 compare un suo ritratto umoristico scritto da Giacomo Calandrone: “ Marbiott, per gli intimi; Giuseppe Berti al secolo, al volgo cioè per tutti coloro che non hanno la fortuna di appartenere o l ’onore di avere appartenuto alle formazioni garibaldine. Strilla come una bambino che abbia i vermi, urla come Tarzan quando chiama i leoni nella foresta. Con la sua voce scuote i nervi anche all’essere più calmo del mondo e può irritare un certosino o un Tobia Secolo XX. E’ all’ intendenza della brigata. Ma urlava cosi anche quando era in primissima linea e realizzava quelle cose meravigliose che gli hanno procurata una medaglia al valor militare. E’ uno dei più anziani garibaldini. Appartiene al Battaglione dalla formazione ed ha partecipato a tutte le azioni meno che alle ultime due perchè ammalato. Se volete farlo irritare, che significa per lui una serie di urli da terrorizzare un Tabor intero, chiamatelo "Imboscato”. Ma non ve lo consiglio…”. Passa poi all'intendenza della brigata Garibaldi, col grado di sergente. A seguito del ritiro dei volontari internazionali, deciso dal governo della Repubblica nel settembre 1938, Berti è avviato ad un campo di smobilitazione a Sant Cebrià de Vallalta (Catalogna). Lascia la Spagna al crollo del fronte catalano nel febbraio 1939, E’ dapprima internato a St. Cyprien e poi Gurs. Arruolato nella 253. Compagni di Lavoro Straniera, nel 1940 poco prima dell’occupazione tedesca della Francia è portato in un campo in Svizzera vicino alla frontiera. Da lì però viene costretto insieme agli altri compagni a rientrare in Francia. Catturato dai tedeschi è rinchiuso nello Stalag XII D di Trier. Da qui viene deportato il 25 gennaio 1941 in Germania, al campo di Mauthausen e poi a Sachsenhausen, matricola 38913. Il campo viene liberato dall’Armata Rossa il 22 aprile 1945. Rientrato in Italia risulta ancora vivente nel 1966 quando rilascia un’intervista a Pietro Mondini.