Aledda Antonio di Giovanni e Mulanu Regina, nato il 23 febbraio 1913 a Villaputzu (Cagliari). Minatore, comunista. Frequenta la scuola fino alla quinta elementare, poi inizia a lavorare come minatore. Espatriato in Francia il 30 novembre 1927 raggiungendo il fratello Severino domiciliato a Montigny-en-Ostrevent (Nord) e si stabilisce poi a Pas de Calais. In Francia svolge una intensa attività antifascista aderendo nel 1928 alla Gioventù Comunista ed alla CGT. Allo scoppio della guerra civile, giunge in Spagna il primo novembre 1936. Arruolato nel Battaglione Franco-Belga, poi sergente e tenente della 1. compagnia del 2. battaglione della Brigata Garibaldi. Combatte a Cerro Rojo, Città Universitaria, Majadahonda, Pozuelo, Las Rozas, Arganda, Farlete, Fuentes del Ebro, Estremadura e Caspe. Ferito una volta da un bombardamento sulla trincea in cui si trovava e due volte in combattimento. Il 12 ottobre 1937 è ricoverato all'ospedale militare di Villafranca del Panadés per una ferita di striscio al braccio sinistro. In Italia viene iscritto nel Bollettino delle Ricerche e nella Rubrica di Frontiera per il provvedimento dell’arresto. Promosso sergente e poi tenente. Il 17 giugno 1938 è segnalato sul fronte dell'Ebro, dove viene dichiarato inabile al fronte dal Comando di Brigata e trasferito ad un battaglione di istruzione. Smobilitato al ritiro dei volontari internazionali, deciso dalla Repubblica nel settembre 1938 viene avviato nel campo di Torellò. Nel corso della schiacciante offensiva franchista in Catalogna nel gennaio del 1939, riprende le armi con altri brigatisti facendo parte del ricostituito Raggruppamento Internazionale della XV Brigata che tenta di rallentare l’avanzata nemica dopo la caduta di Barcellona il 26 febbraio, al fine di consentire la fuga in Francia di centinaia di migliaia di civili terrorizzati. E’ tra gli ultimi volontari a lasciare la Spagna nel febbraio 1939, quando passa in Francia ed è internato ad Argeles-sur-Mer e poi a Gurs, dove riceve aiuti alimentari dal padre da Villaputzu. Il 15 luglio 1939 dal campo di Gurs scrive al padre: “Oggi vengo di ricevere il vostro pacco, la quale ne restai molto contento io et i compagni che hanno preso parte, che l’abbiamo diviso come buoni fratelli, anzi direi di più che fratelli, e ve ne ringrazio tanto del ricordo che avete avuto per noi, che ci dà più animo di sapere che là di fuori non ci dimenticano, ed noi “Garibaldini” dei campi di concentramento vi affermiamo la nostra volontà di continuare la nostra lotta, subito quando la situazione ce lo permette continuare la lotta che abbiamo interrotto per causa degli avvenimenti che voi tutti sapete, ma statevene sicuri che noi “Garibaldini” non restiamo inattivi, stiamo sempre a studiare et a capacitarsi di più et preparando i nostri nuovi attacchi che quando Mussolini scatenerà la sua offensiva sulla Francia non troverà solo il popolo francese, ma troverà al fianco del popolo francese i Garibaldini di Guadalajara, i Garibaldini di tutti i fronti della Spagna, et li troverà ancora più decisi che mai di liberare il mondo intero”. In seguito è coscritto nelle Compagnie di lavoro impiegate sul fronte francese per lavori di difesa dell’esercito. Il fratello Severino, nato nel 1897, è partigiano in Francia.