Trentin Renzo Silvio di Giorgio e Cian Italia, nato l’11 novembre 1885 a San Donà di Piave (Venezia). Avvocato ed insegnante repubblicano, repubblicano. Figlio di un possidente agricolo, fino agli 11 anni vive nella residenza di famiglia a San Donà di Piave. Ha 2 fratelli: Giorgio (nato nel 1881) e Bruno (nato nel 1892). Nonostante la perdita del padre, a 7 anni, Silvio riceve forte solidarietà dalla famiglia. Lo zio paterno, Antonio Trentin, ricco possidente e filantropo, si assume la tutela della famiglia del fratello. Dal 1896 al 1903 frequenta il Liceo ginnasio statale Antonio Canova di Treviso, da dove però è espulso nel 1903 per comportamento troppo esuberante. Nell'autunno del 1903 Silvio Trentin incomincia il suo ultimo anno di liceo al "Marco Foscarini" di Venezia, frequentato soprattutto dall'alta borghesia. Il 9 dicembre 1904 si iscrive all'Università di Pisa. Laureatosi in legge diviene nel 1910 docente di diritto amministrativo nelle università di Pisa, Camerino e Venezia, svolgendo al contempo l’attività di avvocato. Prende parte come volontario alla prima guerra mondiale e viene in seguito trasferito in uno speciale reparto aereo incaricato di compiere ricognizione fotografica e collegamento con gli informatori operanti in territorio nemico. Per il coraggio mostrato durante la primavera del 1918 riceve un encomio solenne «per le pericolose e utilissime azioni compiute», oltre alla Croce di guerra al valor militare. Nelle elezioni del 1919 è eletto deputato come indipendente in Parlamento nella lista di Democrazia Sociale partito dal quale si allontana dopo l'omicidio di Giacomo Matteotti e la secessione dell'Aventino, per aderire al Partito Repubblicano Italiano. A seguito dell’introduzione delle leggi speciali fasciste, è tra i pochi docenti universitari, insieme a Francesco Saverio Nitti e Gaetano Salvemini, a rinunciare alla cattedra per non prestare giuramento al regime. Il 2 gennaio 1926, per sfuggire alle persecuzioni, si reca in Francia ad Auch (Gers), dove trova lavoro come operaio tipografo. Successivamente si sposta a Touluse (Haute-Garonne), dove apre una libreria la 46 di Rue di Languedoc, meta di antifascisti italiani e stranieri. Nei primi anni di esilio si impegna nella costituzione della Concentrazione Antifascista, organizzazione interpartitica alla quale partecipavano il Partito Repubblicano Italiano, il Partito Socialista Italiano, il Partito Socialista dei Lavoratori Italiani, la Cgil e la Lega italiana dei diritti dell'uomo. Il 15 aprile 1928 partecipa alla assemblea generale regionale della Concentrazione Antifascista e a quella della LIDU (Lega Italiana per i Diritti dell’Uomo), tenutasi a Tolosa, in cui presenta un ordine del giorno, sostenendo la necessità di rendere più efficace e più idonea l’azione del Comitato Centrale per rovesciare il regime e di costruire a Parigi un Consiglio Nazionale di fuoriusciti italiani, che avrebbe dovuto come primo atto proclamare la decadenza della monarchia in Italia ed intervenire in tutte le conversazioni diplomatiche in cui il governo fascista si sarebbe trovato impegnato. Nel contempo mantiene relazioni con personalità francesi a scopo antifascista. Oltre all’intensa attività di conferenze, articoli e libri in francese e in italiano come “Riflessioni sulla crisi e sulla rivoluzione”. Nel 1929 aderisce al movimento di Carlo Rosselli “Giustizia e Libertà” di cui è delegato per la zona di Tolosa. Durante la guerra d’Abissinia opera una vasta azione di protesta contro l’invasione italiana. Allo scoppio della guerra civile in Spagna, Trentin è attivo nella raccolta di fondi e volontari in difesa della Repubblica. Durante la guerra si reca spesso a Barcellona, occupando incarichi politici nel gruppo di Rosselli e di Camillo Berneri, recandosi anche a Madrid ed al fronte. Dopo l’uccisione di Carlo Rosselli in Francia per mano di sicari fascisti, Trentin partecipa nell’agosto 1937, insieme a Randolfo Pacciardi. alla commemorazione in suo onore insieme al ministro anarchico Garcìa Oliver al cinema Coliseum di Barcellona. Dopo la sconfitta della Repubblica spagnola prosegue l’attività politica in Francia anche dopo lo scoppio della II guerra mondiale e la resa della Francia. Nel 1940 costituisce a Tolosa il gruppo Libèrer-et-Fedèrèr ed è tra i promotori della rete Bertaux al comando del colonnello Fernand Ricard, combattente in Spagna della XIV Brigata Internazionale. Trentin è iscritto nella Rubrica di Frontiera per la procedura d’arresto. Il 15 marzo 1943 il Direttore Capo della Divisione Polizia Politica si reca in Francia per chiederne l’arresto, ma Trentin si trova già in clandestinità. Alla caduta del fascismo, il 12 marzo 1943 Trentin rientra in Italia. Dopo l'8 settembre si attiva per organizzare formazioni armate partigiane in Veneto, sempre come esponente di Giustizia e Libertà, declinando un invito di Emilio Lussu a entrare nella direzione del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), che si trovava a Roma. Il 19 novembre 1943 è arrestato a Padova dalla polizia fascista. Rilasciato a dicembre, è ricoverato prima a Treviso, poi a Monastier di Treviso per l'aggravarsi della sua malattia cardiaca, che lo porta alla morte il 12 marzo 1944. Nei mesi di degenza presso la clinica di Monastier di Treviso stende la bozza di un'ideale costituzione per l'Italia liberata del Dopoguerra, su basi federalistiche.
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