Pedrali Giovanni di Francesco e Belleri Angela. nato l’11 novembre del 1899 a Berlingo (Brescia). Operaio, comunista. Ha frequentato la scuola sino alla IV elementare. È chiamato alle armi il 10 giugno del 1917 e presta il servizio militare nel 55° Reggimento fanteria. Successivamente, è assegnato al Battaglione Aerosteri. Nel luglio del 1918 è dichiarato disertore e quindi denunciato per non essere rientrato al corpo dopo un servizio. Incarcerato a Villafranca (Verona). è condannato a tre anni di reclusione, ma sarà invece trasferito nel 2° Reggimento del Genio - forse perché le accuse a suo carico si sono dimostrate infondate - per essere poi congedato il 17 ottobre del 1919. Ritornato a Brescia, in questo periodo pare non frequenti "compagnie di sovversivi o comunque sospette", né che svolga particolare attività politica. Operaio, nell'agosto del 1920 il Tribunale gli commina cinquanta giorni di carcere per oltraggio ad agenti di pubblica sicurezza. Nel dicembre del 1924 emigra in Francia per motivi di lavoro. Prima trova un'occupazione nelle miniere di Trieux e, dal 1927, in quelle di Tucquegnieux, sempre nel dipartimento del Meurthe-et-Moselle (Lorena). Nel frattempo, svolge propaganda antifascista tra i connazionali. Iscritto al sindacato CGT e all'Unione popolare italiana, svolge propaganda per il reclutamento dei volontari per la Spagna e per la raccolta di fondi da destinarsi ai combattenti in partenza per il fronte spagnolo. Iscritto nella rubrica di frontiera, nel marzo del 1937 lo si dà "arruolato nelle milizie rosse" fino all'ottobre del 1938. Non sono stati trovati ulteriori riscontri della presenza di Pedrali in Spagna, per cui la sua partecipazione è incerta. Rientrato a Tucquegnieux, riprende a lavorare in una miniera di ferro. Ma allo scoppio della guerra tra Francia e Germania, a causa dei continui bombardamenti effettuati dai tedeschi sugli impianti industriali, le autorità fanno sospendere ogni attività produttiva obbligando le maestranze a raggiungere altre località del Paese. Così Pedrali, con tutta la famiglia, si trasferisce a Marsiglia ma, subito dopo, è fermato ed internato con la stessa nel campo di Argelés-sur-Mer. Da qui inoltra una domanda di rimpatrio. Arrestato a Mentone l’11 aprile del 1941, è tradotto a Brescia e, dal mese successivo, è assegnato per due anni al confino di Ventotene, senza "fornire alcuna prova di ravvedimento". Scontato il periodo, il 10 aprile del 1943 è trattenuto come internato per tutta la durata della guerra in quanto mantiene le sue convinzioni politiche ed "è in grado di svolgere attiva e proficua propaganda sovversiva". Sarà liberato nell'agosto del 1943. Di lui non si hanno altre informazioni.
Annotazioni: Scheda biografica redatta da Roberto Cucchini per il volume I soldati della buona ventura: militanti antifascisti bresciani nella guerra civile spagnola (1936-1939) 2. ed. riveduta e aggiornata. - Rudiano (Bs): GAM, 2011 [ISBN] 978-88-89044-56-8
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