Salati Vinicio, nato il 9 luglio 1908 a Paradiso nel Canton Ticino (Svizzera). Frequenta il ginnasio e il liceo a Lugano, poi decide di andare a studiare in Germania frequentando l’università di Francoforte, dove si mantiene accompagnando al pianoforte la proiezione di film muti. In seguito si sposta a Berlino ed infine a Dresda. Durante la repubblica di Weimar ha l’occasione di conoscere personalità quali Georg Grosz, Otto Dix, e Kokoschka. Nella città sassone conosce la danzatrice pittrice russa Sonja Markus, che diventa la sua seconda moglie. Asceso al potere Hitler, calata sulla Germania una cappa di aria ormai irrespirabile che gli costa due mesi di prigione per aver frequentato una cellula comunista, rientra in Svizzera. Dopo una parentesi a Zurigo dove frequenta l’università, torna in Ticino. Nel 1934 accoglie l’invito di Guglielmo Canevascini, il primo consigliere di stato socialista, ad assumere l’incarico di caporedattore di “Libera Stampa”, giornale al quale in precedenza non aveva fatto mancare cronache di carattere politico e letterario dalla Germania, e che grazie a lui ebbe anche un ruolo culturale. In particolare è da ricordare la significativa pubblicazione a puntate da lui promossa di “Fontamara”, il romanzo d’esordio di Ignazio Silone, uscito nel 1933 in tedesco a Zurigo. Aveva infatti conosciuto lo scrittore esule a Zurigo, nascondendolo a casa sua fino a quando aveva ottenuto in permesso di soggiorno. Nel luglio del 1936 viene inviato a Barcellona come corrispondente per i previsti Giochi Olimpici Popolari, organizzati come risposta ai giochi organizzati dalla Germania nazista a Berlino per l’agosto dello stesso anno. Il giorno precedente all’inizio dei giochi, il 18 luglio 1936, si estende al territorio della penisola spagnola, la rivolta militare iniziata il 17 luglio nel Marocco e nelle isole Canarie. La risposta popolare è immediata, i giochi olimpici vengono sospesi e molti atleti si uniscono alle milizie operaie per difendere la città contro i militari traditori. Salati si unisce ai difensori della Repubblica e continuerà a mandare per alcuni mesi a Libera Stampa le corrispondenze sulla Rivoluzione che ha preso il potere in città. In quel periodo Salati incontra molti dei capi anarchici della CNT/FAI e scatta numerose fotografie del conflitto (oggi presso la figlia Zoe Salati), che vengono per lo più diffuse dal Commissariato di Propaganda della Generalitat de Catalunya e successivamente dal Servicio Español de Información. Secondo alcune fonti si unisce alle Brigate internazionali accorse in Spagna in difesa della Repubblica. Sempre secondo questa fonte sarebbe rimasto in Spagna fino al 1938, sempre inviando al suo giornale le cronache dal fronte. Il suo nome infatti appare in una copia del lungo elenco di un quaderno sottratto all'anarchico Giuseppe Pasotti residente a Perpignano e tramite importante per il passaggio di volontari in Spagna, inviato al Capo divisione polizia politica italiana. Rientrato in Ticino, nel 1939 accetta l’offerta di Gottlieb Duttweiler, fondatore della cooperativa Migros, una delle più importanti aziende della grande distribuzione alimentare, di curare la redazione del settimanale “Azione”. Salati è da ricordare anche come fondatore della “Rivista ticinese”, diventata poi l’ “Illustrazione ticinese”. Tra i primi intellettuali a collaborare con la neonata Radio Monteceneri, il 29 aprile 1945 è a Milano dove fotografa i cadaveri di Mussolini, di Clara Petacci e degli altri gerarchi esposti a Piazzale Loreto. Più tardi collaboratore della Radio della Svizzera italiana (300 lavori radiofonici), della RAI ed in seguito libero giornalista e traduttore di numerose pubblicazioni dal tedesco e dal francese. Vicepresidente dell'Associazione svizzera dei giornalisti, membro del comitato della società svizzera degli scrittori svizzeri. Muore a Lugano il 27 ottobre 1994.
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