Nervi Luigi di Giacomo e Locatelli Giuseppina, nato il 2 ottobre 1891 a Bonate Sopra (Bergamo). Giornalista, antifascista. Il padre, calzolaio, muore nel 1908, mentre la madre gestisce un negozio di salumeria. In giovane età si trasferisce da Bonate Sopra a Bergamo, dove aiuta la madre nella gestione di un negozio di salumeria e di vini all’ingrosso in via Broseta. Si trasferisce poi in Brasile, da dove rientra nell’estate del 1915 per prendere parte alla prima guerra mondiale. Incorporato nel 91° Reggimento Fanteria, a causa dei gas asfissianti subisce danni alla vista e per questo viene riformato nel 1917, stabilendosi a Bergamo. Collabora con il periodico «Il Mondo» di Roma scrivendo alcuni articoli a carattere sociale. Nel 1921 si trasferisce in Spagna, a Barcellona, in cerca di lavoro, dove continua la corrispondenza per «Il Mondo» e dove collabora anche con il giornale di destra di Madrid «El Sol». Rientrato in Italia, si trasferisce in Germania, ad Amburgo, da dove è ancora corrispondente per «El Sol», al quale invia corrispondenze di tipo artistico e folkloristico. Dopo un breve soggiorno a Budapest, sempre come corrispondente per «El Sol», nel 1924 torna in Brasile, prima nel Paranà, poi a San Paolo e poi di nuovo nel Paranà, nella città di Antonina (cioè Curitiba), dove acquista un terreno per legname, che commercia in Paraguay e in Argentina. Con sentenza del Tribunale di Bergamo, nel frattempo, il 7 luglio 1924 vien condannato in contumacia a 7 anni e 5 mesi di reclusione per bancarotta fraudolenta, falso in cambiali, sottrazione di oggetti pignorati. Il 13 gennaio 1927 viene arrestato e processato a Buenos Aires con l’accusa di truffa e falso in atti pubblici e condannato a 5 anni di detenzione. Scontata la pena, a causa dell’imputazione di incendio doloso ancora pendente a Bergamo viene estradato in Italia dall’Argentina a bordo della nave ‘Principessa Giovanna’. Dopo l’assoluzione, per varie pendenze il 7 luglio 1933 la Questura di Bergamo gli rilascia il passaporto per sei mesi per la Spagna su sollecitazione del Consolato italiano di Madrid, a sua volta sollecitato dal segretario particolare del Governatorato di Badajoz (Estremadura. Dopo 15 giorni a Badajoz, nel luglio 1933 si trasferisce alle Baleari, prima a Palma di Maiorca e poi a Ibiza, dove rimane fino al 1935 mantenendosi con lezioni private e con le corrispondenze per il giornale «La Vanguardia» di Barcellona. Accusato di truffa si trasferisce in Portogallo il 20 luglio 1935, varcando la frontiera ispano-portoghese a Marvao-Beira (Alentejo) per recarsi a Lisbona, dove alloggia all’Hotel Bragança, qualificandosi come giornalista. Lascia Lisbona il 7 agosto 1935 pagando l’albergo con assegni falsi e trasferendosi di nuovo in Spagna, a Madrid, da dove si trasferisce a Malaga. Qui viene arrestato e imprigionato in attesa del processo intentato a lui per truffa e furto in seguito alla denuncia dell’agente consolare Bianchi. Allo scoppio della guerra civile spagnola Nervi si trova ancora in prigione a Malaga in attesa di processo. Il 21 luglio 1936 le forze repubblicane antifranchiste liberano i detenuti dalle carceri le carceri, ma il 2 agosto 1936 viene arrestato e trattenuto dai miliziani per alcuni suoi articoli sul giornale «Julio», nei quali criticava gli eccessi del conflitto civile a Malaga. Viene rilasciato per le garanzie offerte dal commerciante José Gonzalez Oliveros, segretario generale del Soccorso Rosso a Malaga, repubblicano federalista e figura di rilievo della Massoneria locale. Per vivere Nervi pulisce i locali della sede del Soccorso Rosso a Malaga e in seguito diventa funzionario della stessa organizzazione con l’incarico di provvedere all’assistenza per i rifugiati. Nel settembre 1936 il Ministero dell’Interno italiano dispone l’inserimento di Nervi nel Bollettino delle Ricerche e nella Rubrica di Frontiera per l’arresto. Malaga viene occupata dalle truppe franchiste l’8 febbraio 1937 e Nervi, sottoposto a processo e condannato alla pena capitale come comunista, ma viene liberato per iniziativa dell’agente consolare italiano a Malaga. Il 13 febbraio 1937 viene arrestato dalla polizia su richiesta delle autorità italiane e nel marzo 1937 il Consolato dispone il suo trasferimento in Italia a bordo del piroscafo ‘Etruria’, che il 27 marzo 1937 entra nel porto di Imperia dove viene immediatamente arrestato e sottoposto a perquisizione. Nei suoi bagagli vengono trovate copie dei giornali antifascisti spagnoli «Fue», rivista degli studenti antifascisti, «El Popular» e «Julio», editi a Malaga. La Commissione Provinciale di Imperia il 17 luglio 1937 lo condanna al confino di polizia per 5 anni, prima a Curinga (Catanzaro), poi nella colonia penale di Ponza (Latina) e, infine, a Castelmauro (Campobasso). Prosciolto condizionalmente e liberato dal confino per atto di clemenza del duce, il 24 dicembre 1938 giunge a Bergamo, trasferendosi in via Sant’ Orsola presso un parente. Nel giugno 1939 risulta disoccupato e vive a carico dell’assistenza pubblica. Nel dicembre 1939 viene inserito nella categoria delle persone da arrestare in determinate circostanze e nell’elenco dei sovversivi da inviare al confino politico in caso di guerra. Il 27 dicembre 1940 viene arrestato con l’accusa di essere l’autore di alcune scritte murali antifasciste e per questo detenuto nelle carceri giudiziarie di Bergamo. Il 14 febbraio 1942 è arrestato e denunciato a Paratico (Brescia), e il 25 febbraio 1942 il Tribunale di Bergamo lo condanna a 12 mesi di carcere e a lire 4.500 di multa per infrazione annonaria sulle pelli e per commercio clandestino delle stesse. Nel luglio 1942 era ancora in carcere. Nessuna ulteriore notizia.
Annotazioni: Sintesi della scheda biografica compilata da G. Magini e R. Vittori per il siti Anagrafe dei sovversivi bergamaschi (Vedi bibliografia).
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