Guano Carlo di Pietro e Brenta Albina, nato il 4 gennaio 1898 a Rosario nella provincia di Santa Fe (Argentina). Calzolaio, socialista, poi comunista. La famiglia è di probabile origine ligure, poiché il cognome Guano è tipico di quella regione. Non essendo stato possibile trovare in certificato di nascita è anche possibile che Guano sia nato in Italia e successivamente trasferitosi in Argentina. In ogni caso acquisisce la nazionalità argentina, mantenendo però anche la nazionalità italiana che gli spetta dai genitori. Dopo aver frequentato sei anni di scuola elementare, inizia a lavorare in una fabbrica di calzature specializzandosi nel taglio del cuoio. Nel 1932 lo troviamo Buenos Aires, sempre impiegato come calzolaio e frequenta un circolo socialista nel quartiere Palermo. Nel 1933 ricevuta la notizia di una eredità che spetta alla famiglia per un lutto della madre, viene designato a recarsi in Italia in quanto celibe e lavoratore autonomo. Una volta giunto in Italia, Carlo, considerato italiano per la nazionalità dei genitori, viene arrestato per diserzione, non essendosi presentato al richiamo della sua classe nella I guerra mondiale. Processato, sconta 13 mesi di detenzione nel carcere militare di Gaeta. Uscito di prigione nel dicembre 1934, viene obbligato a svolgere il servizio militare nel reparto del genio. Terminato il servizio espatria in Francia e si muove da Marsiglia a Perpignan e da qui oltrepassa il confine con la Spagna, dove giunge il 6 maggio 1938. Arruolato nel 1. Battaglione della XII Brigata Garibaldi, partecipa all’ultima offensiva repubblicana sull'Ebro, dove, grazie alle conoscenze acquisite durante la leva, svolge il ruolo di pontiere, allestendo i ponti e le passerelle necessarie per il passaggio delle truppe repubblicane dall’altro lato del fiume. Il 9 settembre 1938 viene ferito da un colpo di mitraglia e ricoverato nell’ospedale di Vic. Durante il soggiorno in Spagna conosce e si lega ad una infermiera originaria di Santander, Carmen Sainz de Baranda. Nel corso del 1938 si iscrive al Partito Comunista Spagnolo ed ala Soccorso Rosso Internazionale. A seguito del ritiro dei volontari internazionali, deciso dal governo repubblicano nel settembre 1938, viene avviato al campo di smobilitazione di Ripoll. Alla caduta del fronte catalano, nei primi mesi del 1939 la coppia lascia la Spagna e si stabilisce in Francia. Guano grazie alla sua nazionalità argentina, potrebbe rientrare in patria, ma dovrebbe lasciare la compagna incinta di suo figlio. Decide allora di rimanere e si stabiliscono a Bordeaux (Gironde). A seguito dell’occupazione della città da parte dei tedeschi, a partire dal 1941 opera nella Resistenza partecipando ad atti di sabotaggio, distribuzioni di stampa clandestina, ed in seguito furto di armi ed attacchi a pattuglie tedesche. Guano viene catturato dai tedeschi nel novembre 1942 ed inizialmente detenuto nel Castello di Hâ, per poi essere trasferito prima nel campo di concentramento di Sachsenhausen (Brandeburgo) poi, nel 1944, in quello di Flossenburg in (Baviera), con il numero di matricola 24083. Il 20 aprile 1945, 3 giorni prima della liberazione del campo da parte degli alleati, Carlos viene selezionato per l’ultimo trasferimento, una "marcia della morte" verso il campo di Dachau, che porta, nella quasi totalità dei casi, alla morte per stenti dei detenuti. Incredibilmente sopravvissuto, anche se una fonte lo ritiene morto, viene in realtà liberato dall'esercito sovietico a Leitmeritz (Repubblica Ceca) e da qui ritorna a Bordeaux da Carmen che, nel frattempo, continua a svolgere in clandestinità l'attività di infermiera al servizio della Resistenza francese. La coppia secondo i documenti francesi, risulta nel 1953 residente nel capoluogo girondino. Carlos Guano muore a Bordeaux intorno alla metà degli anni ‘60.
Annotazioni: Si ringrazia Fabrizio Mancini per la collaborazione.
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