Cirella Umberto Vittorio di Natale e Cuoghi Maria, nato il 15 gennaio 1912 a Massa Superiore (oggi Castelmassa), in provincia di Rovigo. Sarto, socialista massimalista. Frequenta la scuola elementare fino alla quarta classe. Il 21 dicembre 1930 emigra in Francia per lavoro con regolare passaporto con altri 28 compaesani e si stabilisce ad Aubervilliers (Senna- Saint-Denis). Nel marzo 1933 non si presenta alla chiamata di leva ed è dichiarato renitente. Avvicinatosi al socialismo massimalista, il 12 e 13 ottobre 1935 partecipa al congresso antifascista di Bruxelles in Belgio. Il 31 gennaio 1936 scrive una lettera ai genitori dove esprime la sua avversione al regime fascista ed alla guerra d’aggressione all’Abissinia. La lettera è sequestrata dalla polizia ed è sufficiente ad includerlo il 16 aprile nella Rubrica di Frontiera per il provvedimento di “perquisizione e segnalazione”. Allo scoppio della guerra civile in Spagna parte probabilmente con i primi volontari nell’estate del 1936. Non è noto in che formazione combatta, ma si scontra subito con la militarizzazione delle milizie richiesta dal governo repubblicano. Contrario a questo provvedimento, perché convinto di una maggiore efficacia della milizia rivoluzionaria, rientra in Francia probabilmente già nell’ ottobre 1937. Il 31 ottobre è infatti segnalato come partecipante ad un convegno a Bruxelles, come rappresentante dei socialisti massimalisti di Aubervilliers. Con lui anche Rosa Winkler, moglie di Duilio Balduini, come rappresentante dei massimalisti di Barcellona. Partecipa anche alla riunione dei socialisti massimalisti a Parigi in cui si decide di accettare la militarizzazione delle milizie, a condizione di andare a combattere con il POUM (Partido Obrero de Unificaciòn Marxista), partito comunista antistalinista. Non è noto se Cirella rientri in Spagna dopo questa decisione. Il provvedimento in Rubrica di Frontiera viene modificato in “arresto”. Il 3 dicembre 1936 scrive ancora ai genitori da Aubervilliers: “[…] La Spagna è in guerra contro la chiesa, che ha fatto tanto male all’operaio trascinandolo alla più nera miseria come ha ridotto oggi l’Italia. La chiesa e i suoi superstiti sono i peggiori nemici dell’operaio, cercando di tenerlo nell’ignoranza e nella miseria. Anch’io cara madre ero credente, sì in Dio ma non nei preti, questi commercianti in veste nera. La guerra che si è scatenata oggi in Ispagna, sono stati i preti. Le chiese erano riempite non solo di un gran valore, ma di ogni sorta di armi, tiravano sulla classe operaia persino con i cannoni, ma cari genitori, come si può permettere simili cose! Sono certo che voi ignoravate questo, perché il governo italiano e tedesco interviene a favore di quel brigante di Franco, un bandito come loro, che si permettono di massacrare i bambini e le donne con ogni mezzo di distruzione, e questa è la civiltà cattolica e fascista, bisognerebbe sapere la vertà e vedere per credere, di cosa sono capaci quei sanguinari in veste nera. Anche in Francia il popolo è scandalizzato per quello che commettono in Ispagna. La prova è che continuamente partono dei volontari a favore del governo regolare repubblicano. Questa situazione potrà portare una grave catastrofe, infine non c’è mezzo di vivere tranquilli con questi assetati di sangue operaio, si vive anche qui sotto un’atmosfera terribile. Ma con tutto questo non bisogna disperare, ci vuole sangue freddo e saper approfittare delle buone occasioni per ribellarsi a questi infami. Coraggio, coraggio, fra qualche tempo ci vedremo e resteremo sempre uniti […] Rimane in Francia durante la II guerra mondiale ed il 12 dicembre acquisisce la cittadinanza francese, perdendo quella italiana.
Annotazioni: Scheda biografica sulla base delle informazioni raccolte da Vittorio Tomasin (vedi bibliografia)
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