Pirola Pietro di Luigi e Galbiati Maria nato il 31 agosto 1897 a Pioltello (Milano). Metalmeccanico, anarchico. Frequenta la scuola fino alla licenza elementare. Durante la Prima Guerra Mondiale, chiamato alle armi è riformato. Nel dopoguerra si avvicina al movimento anarchico ed è un iscritto dell’Unione Sindacale Italiana (USI). Nel maggio del 1927 espatria clandestinamente in Francia, raggiunge Parigi e si stabilisce in una località della banlieue e precisamente a Fontaney-sous-Bois (Val-de-Marne). Qui entra in contatto con il fuoruscitismo italiano e continua la sua militanza anarchica assumendo lo pseudonimo di “Alfeo Aglias”: frequenta tra gli altri i futuri combattenti antifranchisti italiani anarchici Segata Valentino e Renato Castagnoli. Nell’estate11936, avendo perso il lavoro, decide di andare in territorio iberico per sostenere la Spagna repubblicana contro i generali faziosi. Alla fine di agosto del 1936 Pietro passa in Spagna seguendo il tragitto Perpignano, Figueras, per poi raggiungere Barcellona dopo essere stato ingaggiato a Parigi dal Centro di Arruolamento di gestito da Giustizia e Libertà. Aggregato alla Sezione italiana della Colonna “Francisco Ascaso” costituita da Carlo Rosselli e Camillo Berneri, assume il nome di copertura “Pietri Pietro”. Con questa formazione militare è presente per un breve periodo sul fronte aragonese e, in particolare partecipa al combattimento di Torreseca, come ricorda l’anarchico commissario politico della Sezione Vendice Rabitti. Quando emergono i contrasti tra anarchici e Carlo Rosselli circa la designazione del nuovo comandante nella persona del cattolico Ottorino Orlandini, questa situazione porta alle dimissioni di Rosselli, che si orienta per la costituzione di una formazione militare denominata Battaglione Matteotti-Malatesta aderente alla 26ª divisione della CNT-FAI. Pietro, angustiato da questa situazione e dalla notizia dell’intervento nel conflitto del Corpo Truppe Volontarie (CTV) italiano sul fronte opposto, matura la decisione di chiudere la sua esperienza spagnola e, alla fine di novembre del 1936, ritorna in Francia, rimanendo senza lavoro fino al marzo del 1937, quando è assunto dalla Ditta “Satam” di Parigi. Nel 1940, durante l’occupazione tedesca Pietro va a lavorare prima nelle officine meccaniche di Vincennes poi in territorio germanico.Da qui, dopo pochi mesi, fa ritorno a Parigi e abita in rue Clovis Hugues n° 18, XIX arrondissement. Intanto in Italia il 18 novembre 1941 il Questore di Milano lo fa inserire nel “Bollettino delle Ricerche Supplemento-Sovversivi”, con il n°0242, come pericoloso da fermare. La valutazione negativa delle esperienze vissute, compresa quella spagnola, induce Pietro ad accentuare il desiderio di rientrare in Italia. A questo scopo il 23 gennaio 1942 scrive la Console Generale d’Italia a Parigi per richiedere un regolare passaporto per il rimpatrio da effettuarsi senza ritorsioni: non vi è acquiescenza, per cui la richiesta è respinta. Nella primavera-estate del 1942 Pietro è segnalato nel nord Africa in Cirenaica a Bir Hakeim, con il 2° e 3° Battaglione della Legione Straniera tra il personale italiano arruolato nelle Forze Libere Francesi. Caduta Bia Hakeim riesce a ritornare in Francia, a Parigi, continua ad abitare nel vecchio domicilio, e il 3 novembre 1942 scrive una seconda lettera al Console Generale italiano di Parigi, che replica la precedente. Nel frattempo lavora per la Ditta di ingegneria di costruzioni “Spina e Rossin”, sita in Dinard in rue de l’Epine al n°7. Il 24 gennaio del 1943 questa Ditta redige per lui una lettera di buon servizio per l’attività svolta in qualità di capo squadra, che, ricevuta dal Consolato italiano, è trasmessa alle autorità competenti in Italia. Fino al 13 agosto 1943 Pietro dispone di regolare permesso di residenza in Francia. Nessuna ulteriore notizia,
Annotazioni: Scheda biografica compilata da Augusto Cantaluppi per il suo libro La Ringhera in Spagna, antifascisti milanesi nella guerra civile spagnola (1926-1939)
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