Fiaschi Goliardo (o Gogliardo) di Pietro e Del Vecchio Nella, nato a il 21 agosto 1930 Carrara (MS), Cavatore, anarchico. Figlio di un umile cavatore di fede anarchica, più volte bastonato dai fascisti, frequenta le scuole elementari. Avvicinatosi sull’esempio del padre agli ambienti anarchici, a 14 anni, prende parte alla lotta partigiana. Fin dal 9 settembre 1943 aiuta i militari italiani a scappare e raccoglie le armi abbandonate che, secondo le istruzioni degli antifascisti del luogo, vengono depositate presso i magazzini del Comitato di Liberazione Nazionale. Trasportando armi e vettovaglie, rimane in forza alla formazione partigiana “Gino Lucetti” dal gennaio al dicembre 1944 per attraversare poi il fronte tedesco e dirigersi verso Seravezza, quindi dalla città versiliese al passo dell’Abetone ove viene accettato, per la sua età, come portafortuna nella 3. Brigata “Costrignano” della Divisione “Modena” con la quale Fiaschi come portabandiera, fa l’ingresso a Modena, liberata, nell’aprile 1945. Gli viene riconosciuta la qualifica di Partigiano Combattente per il periodo che va dal 1° gennaio 1945 al 30 aprile 1945. Rientrato a Carrara, lavora alle cave, continuando il mestiere del padre e dello zio e come scaricatore di derrate alimentari. Svolge il servizio militare tra La Spezia, Taranto e le isole Lipari, dal 17 maggio 1950 fino all’11 agosto 1952. Aderisce al circolo anarchico “Pietro Gori” di Canal del Rio ed è fra gli animatori dei campeggi anarchici e del comitato di solidarietà a favore dei profughi spagnoli. Fiaschi in questo periodo, entra in contatto con Josè Luis Facerías, “Alberto” per i compagni italiani, che dopo una intensa attività guerrigliera in Spagna contro il regime franchista, insieme ad altri suoi compagni, era dovuto fuggire in Francia per poi entrare clandestinamente in Italia nel 1952, stabilendosi a Genova. Nell’agosto 1957 Facerías decide di rientrare in Spagna per riprendere le azioni armate e di sabotaggi, insieme a un altro compagno, Luis Augustín Vicente, “Mario”. Fiaschi decide allora di raggiungere la Spagna per unirsi alla guerriglia ed in Francia incontra Facerìas e Agustin Vicente e prosegue il viaggio con loro. I tre riescono entrare in Spagna in bicicletta attraverso i Pirenei ed a raggiungere il 15 agosto 1957 i dintorni Barcellona. In un momento in cui sta riempendo da solo le borracce d’acqua Fiaschi viene catturato nei boschi del Tibidabo. Il 29 agosto, Facerías, che ha raggiunto Barcellona, viene ucciso in un’imboscata della polizia. L’altro suo compagno “Mario”, staccatosi dal gruppo in precedenza, è già finito in carcere. Fiaschi processato presso il Tribunale militare di Barcellona, subisce una condanna a 20 anni, sei mesi e un giorno di prigione, pur non avendo commesso alcun reato di rilievo sul territorio spagnolo. Sconta inizialmente la condanna nel carcere “Modelo” di Barcellona. Successivamente trasferito nella prigione di Guadalajara. Il 26 maggio 1960 è trasferito al carcere di Alcalà de Henares (vicino Madrid) dove è impiegato come sarto. Successivamente passa per il carcere di Gijon (Asturie) e poi in quello di Teruel e Alicante dove arriva il 16 gennaio 1961. Un ulteriore trasferimento lo porta nel carcere di Burgos dove giunge il 18 ottobre 1963. Giunto al termine della pena nel 1965 per effetto delle amnistie, viene però accolta la richiesta di estradizione inviata dalle autorità italiane per reati precedenti al suo espatrio. Fiaschi viene messo su una nave e da Barcellona giunge a Genova il 16 agosto 1965. Dopo nove anni di prigione nelle carceri iberiche, Fiaschi è preso in carico dalla polizia italiana e rinchiuso nelle carceri di Lucca, e scopre di essere stato condannato in contumacia ad 11 anni e 7 mesi di prigione per l’accusa di essere l’autore il 15 gennaio 1957, insieme a Facerías, di una rapina a mano armata alla banca di Villanova Monferrato. Il 29 marzo 1974 viene finalmente scarcerato, grazie a una intensa mobilitazione sostenuta da anarchici italiani, inglesi (in particolare Stuart Christie), francesi, spagnoli e americani, e, tramite l’interessamento di Franco Leggio di Ragusa, all’intervento di un buon avvocato, abile nel districarsi fra gli incartamenti giudiziari e all’interessamento di Sandro Pertini, allora Presidente della Camera dei Deputati, che riescono a fargli ottenere la grazia dopo 17 anni di prigione. Rientrato a Carrara, riprende la sua militanza e dà vita al Circolo Culturale Anarchico di via degli Ulivi che, dopo la sua morte, prende il suo nome. Il circolo, con la sua presenza costante diventa un vero e proprio punto di riferimento per tutti coloro che vogliono essere documentati sulla storia sociale e sul movimento anarchico. E’ sempre presente nelle lotte politiche e sociali degli ultimi 25 anni del secolo scorso, dalla lotta antinucleare a quella per la chiusura della Farmoplant di Massa, dalla solidarietà ai detenuti alla battaglia per la difesa del Circolo “Germinal” di Carrara. Fino a quando un male incurabile non lo costringe all’inattività, Fiaschi lotta affinché si realizzi il progetto a lui molto caro: l’apertura a Carrara di un archivio storico del movimento anarchico. Muore nella sua casa a Carrara il 29 luglio 2000. L’estremo saluto datogli dai compagni e svoltosi per le vie di Carrara in un caldo pomeriggio di luglio, è una vera e propria manifestazione anarchica, sulle note di «Addio Lugano bella», «Figli dell’officina» e «Vieni o Maggio», intervallata dal grido cileno di battaglia: «Compañero Goliardo: Presente! Ahora y siempre!».
Annotazioni: Pur non avendo Fiaschi partecipato alla guerra civile spagnola (1936-1939). si è ritenuto di ricordarlo nella Banca Dati in quanto unico italiano che partecipa alla Resistenza armata antifranchista (1939-1963), che rappresenta il proseguimento della lotta al termine della guerra civile.
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