Lunardelli Amilcare di Luigi e Isoppo Laura, nato il 2 luglio 1912 a Savona. Operaio meccanico, comunista. Operaio dell’ILVA e militante del Partito Comunista d’Italia, fa parte, con altri elementi quali Libero Remo Briganti, Piero Molinari, Carlo Aschero, Giulio Ottolia, Tonino Cevenini, della tattica di entrismo nei sindacati fascisti messa in atto da alcuni giovanissimi quadri comunisti non ancora conosciuti e in fase di formazione, verso il 1930. Allo scoppio della guerra di Spagna parte per Parigi con l’intenzione di arruolarsi come volontario. Secondo la “Enciclopedia dell’antifascismo e della Resistenza, La Pietra, 1976, arriva in Spagna. Secondo invece le ricerche di Antonio Martino, che cita fonti dell’Archivio Centrale di Stato, non riesce però nel suo intento. Su indicazione del Partito, rientra presto in Italia per organizzare la lotta antifascista viene tratto in arresto il primo marzo 1938, a seguito ad una perquisizione presso il proprio domicilio, in cui vengono rinvenuti compromettenti manoscritti di natura sovversiva. L’anno successivo è deferito al tribunale Speciale e condannato a 8 anni di reclusione. Sconta la pena nelle carceri di Civitavecchia e Portolongone. Successivamente è confinato alle Tremiti. Il 29 maggio 1943 è prosciolto dal confino per fine periodo, ma trattenuto come internato. Liberato alla caduta del fascismo, entra nei quadri dirigenti del PCI e dopo l’8 settembre prende parte alla guerra di Liberazione nella fila della Resistenza. Nel 1945 ricopre l'incarico di segretario della federazione di Viterbo. Rientrato a Savona dopo la Liberazione, diventa segretario della federazione savonese comunista sostituendo Gilardi trasferito alla federazione di Imperia. Figura storica del dopoguerra nel mondo politico savonese è sindaco di Savona dal 1953 al 1957. in quel ruolo esercita una funzione decisiva nell'opera di ricostruzione della Città dalle macerie della guerra, completando l'opera già impostata dal suo predecessore, il Sindaco della Liberazione, Aglietto. Riconfermato alle elezioni del 1956, Lunardelli si dimette nel 1957, per dissenso all’invasione dell’Ungheria. Lunardelli esce così dalla politica, ritirandosi nel Cadore per svolgere l'attività di funzionario dell'ENI (negli anni'90 ritorna, poi, alla vita pubblica diventando Sindaco del Comune di Borchia di Cadore in provincia di Belluno). Rientrato a Savona vi muore il 4 dicembre 2004.
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