Cremonini Bernardo di Antoni e Meleghe Elisa, nato a Sant’Agata Bolognese nel 1889. Sindacalista, anarchico. Nei primi anni Dieci si allontana da Sant’Agata perché accusato di irregolarità amministrative nella Lega braccianti, della quale era segretario, e si sposta nel modenese. Si trasferisce prima a Cavezzo, dove lavora come bracciante, diventando presto capo lega, poi nel 1912 passa a Camposanto, dove risulta capo lega dei braccianti del luogo. Nel dopoguerra è impiegato presso le Aziende elettriche modenesi, dove è licenziato per la sua attività politica e sindacale, che è svolta nelle file anarchiche e sindacaliste. Nel primo dopoguerra è segretario della Camera del Lavoro di Modena. Partecipa anche al congresso nazionale dell’Unione anarchica italiana di Bologna, nel luglio 1920. Successivamente ricopre la carica di vicesegretario della Camera del Lavoro sindacalista. Fermato nel maggio 1920 perché ritenuto uno degli organizzatori del furto di alcune mitragliatrici da una caserma di Modena, che porta all’arresto dei principali esponenti anarchici e della CdL, è però assolto al processo che si svolge a Piacenza il 15 aprile 1921. Nel 1924 si trasferisce in Francia, prima a Grenoble e poi a Parigi, dove per oltre un anno vive a casa dei Gilioli, conosciuta famiglia anarchica residente a Fontenay-sous-Bois. Nella capitale francese apre un negozio per il commercio di vini e salumi, continuando a svolgere attività nel movimento anarchico fuoriuscito e nell’USI (Unione Sindacale Italiana), ricostruita in Francia. Agli inizi del 1927 rientra a Modena. Appena giunto avvicina alcuni funzionari della Questura, proponendosi per svolgere opera di delazione sull’attività del movimento anarchico italiano in Francia, divenendo un confidente dell’OVRA, col nome in codice di “Bero” o “Solone”. Ritornerà altre volte in Italia, sia a Modena sia a Roma, ottenendo facilmente il passaporto: fatto, questo, che disorienta non poco i funzionari di polizia addetti alla frontiera, che continuano ad averlo in nota come “anarchico pericoloso da fermare ed arrestare”. Il suo compito di informatore è favorito dal fatto che nel corso degli anni Trenta assume ruoli non secondari in molti dei principali organismi anarchici attivi in Francia, raccogliendo la fiducia di tutti i principali militanti, a partire da Camillo Berneri. Tra il dicembre 1929 ed il novembre 1933 dirige il quindicinale parigino “Lotta anarchica”, organo dell’Unione comunista-anarchica dei profughi italiani. Nel suo ruolo di spia si specializza nel controllo di elementi anarchici e repubblicani, tendendo all’occasione trappole, fornendo ad esempio passaporti ad esuli che volevano rientrare in Italia, facendoli arrestare all’arrivo. Nel gennaio 1934 passa al capo della polizia di Roma la lista, avuta da Emilio Strafelini, con tutti i nomi dei militanti dell’USI ancora attivi in Italia. Il suo raggio d’azione comprende anche la Concentrazione antifascista, grazie alla sua amicizia con Alceste De Ambris, Giustizia e Libertà (è in relazione con Carlo Rosselli) e i repubblicani. Nel 1934 entra nella Commissione di Corrispondenza della Federazione anarchica dei profughi italiani, nel 1936 è segretario dell’USI in Francia. Allo scoppio della guerra civile in Spagna diventa animatore del comitato libertario pro-Spagna, spostandosi tra Parigi e Barcellona quale esponente dell’Unione Sindacale Italiana e diventa collaboratore del giornale “Lotta di Classe” diretto da Camillo Berneri. Nel 1939 rientra precipitosamente in Italia, perché si accorge che la sua attività di spia è ormai scoperta: infatti era intenzione di alcuni anarchici italiani, residenti a Parigi, di eliminarlo. Allo scoppio della II guerra mondiale è rimpatriato in Italia, stabilendosi a Bologna dove muore nel 1941.
Annotazioni: Scheda biografica che utilizza infromazioni del Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani (vedi Bibliografia)
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