Alcaino Mario di Luigi e Murrieri Isabella, nato il 20 marzo 1914 a Lecce. Stuccatore. Il padre considerato sovversivo viene perseguitato dal regime fino all’internamento nel manicomio di Collegno del 1927. Frequenta la scuola fino alla quinta classe elementare. Iscritto ai Fasci Giovanili dal 21 aprile 1932. Trasferitosi a Torino, è chiamato alle armi nell’aprile 1935 e viene arruolato nel 77. Reggimento fanteria, 4. Compagnia mitraglieri, di stanza a Brescia. Il 5 agosto 1935 diserta ed espatria in Svizzera, dove si stabilisce a Basilea dichiarando di essere un disertore dell’esercito fascista ed entrando in contatto con i circoli antifascisti. In Italia viene condannato per diserzione dal Tribunale Militare ad un anno di reclusione. Successivamente si trasferisce in Belgio a Bruxelles. Passato in Francia nel giugno 1936, giunge in Spagna il 2 ottobre. Viene arruolato nel battaglione Garibaldi, 2. Compagnia e partecipa ai combattimenti di Pozuelo. Inserito in Italia nel Bollettino delle Ricerche e nella Rubrica di Frontiera per il provvedimento di arresto. e In Spagna sposa la cittadina spagnola Manuela Velasquez (classe 1913). La foto del matrimonio, celebrato dal presidente del Fronte popolare di Fuencarral (Madrid), viene pubblicata sul giornale ABC (iniziativa che viene pesantemente criticata dal comando delle Brigate Internazionali). Successivamente passa all’Intendenza della 45. Divisione, da dove diserta insieme a Francesco Arrighelli. I due restano nascosti fino al 17 dicembre del 1938 quando, con moglie e figlio di Alcaino, Francesco nato 12 gennaio 1938, partono per la Francia. Il 19 gennaio del 1938, passato il confine, si dirigono su Parigi, dove Alcaino accusa Arrighelli di essere una spia dell’OVRA. Viene allora rimandato in Spagna, dove arrestato è detenuto a febbraio a Barcellona. Assegnato in punizione ad un Battaglione di fortificazioni, dopo il ritiro dei volontari internazionali deciso dal governo repubblicano è smobilitato nel campo di Calella (Levante), da cui si allontana senza permesso. Arrestato di nuovo, è detenuto per 30 giorni a Castelldefels a partire dal dicembre 1938. Secondo Pietro Pavanin sarebbe stato un agente dell'OVRA il cui operato viene denunciato dal giornale "La Voce degli Italiani" di Parigi. Esce dalla Spagna probabilmente negli ultimi mesi del 1938. La moglie si stabilisce in Francia nel dipartimento di Calvados. Nel 1939-40 è internato in Francia nel campo di Gurs. L’11 giugno 1940 ottiene un foglio di via dal Consolato per il rientro in Italia a Torino via Germania, ma non sembra l’abbia mai utilizzato. Viene localizzato per l’ultima volta nel 1948 a Montauban (Tarne-et-Garonne).