Benatti Arnesindo, nato 17 dicembre 1901 a Quistello (Mantova). Cementista, comunista. Frequenta la scuola elementare fino alla quarta classe. Nel 1923 aderisce al Partito Comunista d'Italia. Emigrato in Francia in data ignota, risiede a Roanne (Loira). Allo scoppio della guerra civile spagnola, si porta in Spagna il 12 ottobre 1936 ed è arruolato il 21 nella 2. compagnia del Battaglione Garibaldi col grado di sergente e poi di tenente. Combatte sul fronte di Madrid, a Cerro Rojo, Casa de Campo, Pozuelo, Boadilla del Monte, Mirabueno, Arganda e Morata de Tajuña. Nel marzo 1937 combatte a Guadalajara nella battaglia che vede di fronte i volontari italiani della Garibaldi contro gli italiani del corpo di spedizione inviato da Mussolini (CTV). Giorgio Braccialarghe nel suo libro “Diario spagnolo” descrive come Benatti nello scontro venga scambiato per un fascista da un milite del CTV: “L’uniforme molto somigliante, la stessa lingua hanno dato luogo a situazioni degne di una farsa. Un caporale fascista pretendeva di dare ordini a Benatti, credendolo uno dei suoi. Benatti l’ha rimproverato mostrando i gradi di tenente e gli ha chiesto il fucile. L’altro confuso ha obbedito e si è reso conto dell’equivoco, solo quando si è trovato disarmato. Benatti commenta: Ho la faccia del fascista io?”. Nello stesso libro Braccialarghe offre una immagine dell’idealismo puro di Benatti: “Benatti è il comunista d’occasione, se così si può dire. Potrebbe chiamarsi socialista, anarchico, repubblicano, tutto ciò che si vuole. E’ l’antifascista generico che non si preoccupa molto di analizzare il patrimonio ideologico dei partiti, le cui differenze devono essere, per lui, sfumature senza importanza. Qualcuno l’ha fatto entrare per forza nella terza internazionale e lui non ha domandato cosa la terza internazionale fosse. Gli è bastato sapere che combatteva il fascismo. Ha un coraggio naturale, privo di smargiassate, si direbbe che è convinto di essere invulnerabile. Ciò gli permette di conservare sempre il sangue freddo, il che lo aiuta a proteggersi meglio contro i pericoli della battaglia. Non credo che gli altri comandanti di Compagnia abbiano un commissario politico e un aiutante che si completino così bene e che offrano tanta preziosa collaborazione. E’ merito loro se la prima è la migliore Compagnia del battaglione”. Passato alla sua formazione nella Brigata Garibaldi, è promosso tenente per meriti di guerra e comandante di compagnia. E' presente nei combattimenti di Huesca e Brunete. Nel maggio del 1937 usufruisce di una licenza a Denia (Levante). Nel giornale della Brigata Garibaldi “Il Garibaldino” numero 2 del 6 maggio 1937 compare un suo ritratto umoristico scritto da Giacomo Calandrone: ” Benatti. E’ l’unico Arnesindo dei Battaglioni. E’ per questo forse che brontola tanto. Diamine, mi si poteva chiamare Carlo, Giacomo, o Filippo, ma Arnesindo poi. E’ sottotenente per merito di guerra. Prese il comando di una compagnia, quando venne ferito l’ufficiale che la guidava all’attacco. E’ un buon combattente, un incitatore, un condottiero. Fu Benatti che intonò per primo l’Internazionale, a Majadahonda quando avanzavano i tank fascisti. I tanks vennero respinti: la vittoria ancora una volta fu nostra. Benatti non spara per sparare, ma tira a colpo sicuro. Mira calmissimo. Ha contribuito non poco a popolare gli ospedali di fascisti. Attualmente è lui che si trova ricoverato in un ospedale della provincia di Alicante, perché ferito leggermente ad un piede. Arnesindo brontola molto di più ora. Perché laggiù non vi sono mercenari da mettere fuori combattimenti”. Rientrato al fronte combatte in Estremadura, Caspe e partecipa all’ultima offensiva repubblicana sull’Ebro, dove comanda la 4. compagnia del 1. battaglione della Brigata Garibaldi. Il 15 settembre 1938 è ferito da schegge alla testa. Nelle note redatte da Pietro Pavanin e conservate nell’Archivio delle Brigate Internazionali del RGASPI di Mosca vi è un giudizio estremamente positivo su Benatti: “…prese parte attiva in prima linea di tutti i combattimenti, dimostrando un coraggio eccezionale. Attivo. Nel lavoro pratico di esempio.” A seguito del ritiro dal fronte dei volontari internazionali, viene fatto rientrare in Francia con un convoglio sanitario nell’ottobre 1938. Da allora non hanno più sue notizie. Il 7 novembre del 1976 il Consiglio Regionale Lombardo insignisce Arnesindo Benatti di Medaglia d’Oro alla memoria, attribuita in occasione del quarantesimo anniversario della Guerra Civile Spagnola.