Salvadori Bruno di Giuseppe e Montagnani Anna, nato il 14 dicembre 1910 a Chianni (Pisa). Anarchico. Il padre lavora nella costruzione di ponti e strade. I genitori si sposeranno più tardi nel 1915. Poco dopo la sua nascita la famiglia abita per qualche tempo in Calabria a Roccella Jonica dove nasce la figlia Luisa nel 1913. Poi la famiglia si trasferisce a Livorno dove nasce l’altra figlia Bruna nel 1917. Il padre si stabilisce per lavoro a San Donà di Piave (Venezia), a lavorare nelle opere di ricostruzione successive alla prima guerra mondiale. Dodicenne mentre va a scuola con un gruppo di altri ragazzi, vede una ragazzina assalita da un gruppo di scolari fascisti in camicia nera. Interviene in sua difesa e viene picchiato e ferito. Salvato dai passanti si riprende a letto e viene visitato da un anarchico che scoprirà essere Errico Malatesta l'apostolo dell'Anarchia, che aveva già visto qualche mese prima con dei professori della sua scuola. Da allora comincia a frequentare gli anarchici livornesi e passa il suo tempo a leggere libri ed opuscoli di Malatesta, Gori, Bakunin, Proudhon, Kropotkin, Reclus, aderendo all’ideologia libertaria. Dopo la morte della madre avvenuta nel 1928, per sfuggire alle persecuzioni fasciste emigra in Francia, stabilendosi a Marsiglia. Espulso dalla Francia il 7 ottobre 1930, dopo un ulteriore soggiorno in Francia ed un arresto, rientra in Italia il 16 giugno 1931 dopo essere stato liberato, per assolvere al servizio di leva nella divisione di Fanteria di stanza a Mantova. Ottenuto un passaporto il primo settembre 1933 per motivi di convalescenza, ritorna nuovamente in Francia, dove conduce una vita errabonda, vivendo di espedienti, ed esercita il contrabbando con la Spagna di pubblicazioni ed opuscoli libertari francesi e belgi. Il 22 dicembre 1934 è arrestato a Perpignan (Pirenei Orientali) per atti violenti e condannato a 4 mesi di prigione. Successivamente espulso Il 25 maggio 1935 passa in Spagna e viene arrestato a Barcellona per aver tentato di vendere il passaporto ed il 14 giugno 1935 espulso in Portogallo. Arrestato di nuovo in Francia il 3 agosto 1935 a Le Boulou (Pirenei Orientali), malgrado si dichiari disertore ed antifascista, è condannato a 6 mesi di prigione dal tribunale di Cèret (Pirenei Orientali) per non aver ottemperato al decreto di espulsione. Espulso il 13 agosto 1935, il 22 febbraio 1936 è arrestato nuovamente a Barcellona, dove frequenta gli ambienti sovversivi anarchici, e viene rinchiuso nel carcere Modelo. Durante la detenzione entra in contatto epistolare con Giuseppe Pasotti, anarchico che da Perpignano organizza i passaggi clandestini tra Francia e Spagna ed aiuta i militanti in prigione. Scarcerato, Salvadori viene espulso il 24 maggio 1936 in Francia attraverso la frontiera di Puigcerdà. A questo punto fa perdere le sue tracce alla polizia italiana. Torna in Spagna cambiando nome in quello di “Antoine Gimenez” e si stabilisce in Catalogna ad Alcarràs nei pressi di Lèrida. E’ iscritto al sindacato anarchico CNT e lavora come bracciante agricolo nella proprietà di Vallmanya. Allo scoppio della guerra civile spagnola, si arruola nel Gruppo internazionale della Colonna anarchica Durruti dove fa parte del gruppo d’assalto denominato “Figli della Notte” specializzato in azioni notturne oltre le linee del fronte. Partecipa alle battaglie di Siètamo, Farlete e Perdiguera. Secondo alcune fonti raggiunge il grado di tenente. Conosce a Peñalba (Aragona) Antonia Mateo-Clavel che diventa la sua compagna e poi moglie in Francia, adottandone in seguito la figlia Pilar. Smobilitato per decisione del governo repubblicano insieme agli altri volontari stranieri, nel settembre 1938, abita per un po’ a Montcada i Reixac (Catalogna) e poi si stabilisce a lavorare a Barcellona. Al crollo del fronte catalano nel gennaio 1939, è costretto a fuggire riparando in Francia il 9 febbraio 1939 attraverso il confine di Port Bou. Viene internato nel campo di Argelès-sur-Mer dove aderisce al gruppo anarchico “Libertà o Morte” composto da centosettanta militanti anarchici. Nel 1939 è arruolato in una Compagnia di lavoro per Stranieri (CTE), dove svolgi lavori per la costruzione di difese per l’esercito francese nel nord del paese sul Mur d’Atlantique nel settore di Royan (Charente Marittima). Dopo l’occupazione della Francia da parte dei nazisti, collabora alla Resistenza francese sempre nella zona di Royan, con sabotaggi e azioni di disturbo. Il 26 ottobre 1944 è ufficialmente congedato dalla CTE. Riunitosi con al compagna spagnola si stabilisce a Uzerche (Corrège) dove lavora alla costruzione della diga di Treignac. Dopo una permanenza a Limoges dal 1948 al 1951 si trasferisce a Marsiglia dove lavora come boscaiolo dal 2 marzo 1953 nella Société des Travaux du Midi, senza più svolgere attività politica fino al pensionamento anticipato per motivi di salute. Tra il 1974 e il 1976, per soddisfare la curiosità della nipote Vivianne, scrive i suoi ricordi della guerra di Spagna, “Souvenirs de la guerra de Espagne”, basandosi esclusivamente sui suoi ricordi, e nel 1976, sempre su richiesta della nipote riprende i contatti con il movimento anarchico francese e in particolare con il gruppo di Marsiglia. Invia il manoscritto delle sue memorie a diversi editori, senza successo. Antonio Gimenez non rientrerà mai in Italia. Muore a Marsiglia il 26 dicembre 1982 e il decesso viene registrato sotto la sua falsa identità di Antonio Gimenez, figlio di Josè Gimenez e Ana Montanes. Le sue memorie verranno finalmente pubblicate in francese nel 2006 col titolo “Fills de la nuit. Souvenirs de la guerra de Espagne”, tradotte in italiano come “Amori e Rivoluzione. Ricordi di un miliziano in Spagna (1936-1939”), Lugano, Edizioni La Baronata, 2007.
Annotazioni: Scheda biografica basata in gran parte su informazioni tratte da https://maitron.fr/spip.php?article155553, notice GIMENEZ Antoine [Bruno SALVADORI dit] [Dictionnaire des anarchistes] par Myrtille Gonzalbo, Rolf Dupuy, version mise en ligne le 11 avril 2014, dernière modification le 1er mai 2020. URL consultata il 10 gennaio 2023
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