Contin Alessandro, nato a Roma nel 1887. Ragioniere. Personaggio ambiguo e complesso, la cui attività svolta in Spagna è poco chiara. Svolge il servizio militare come tenente degli alpini. Partito il 30 giugno 1937 dall’Italia per la Francia con regolare passaporto, entra in contatto con gli ambienti di Giustizia e Libertà che lo presentano all’ambasciata del governo repubblicano spagnolo. L’ambasciatore gli fornisce un salvacondotto, e Giustizia e Libertà una lettera di presentazione che lo accredita come sicuro antifascista. In Spagna è incorporato nella 142. Brigata dell’Esercito Popolare, ma poco tempo dopo è congedato. In una lettera del 13 gennaio 1938 a Pietro Nenni, il socialista Massimo Masetti fornisce informazioni sulla vita di Contin ed esprime perplessità riguardo la possibilità di affidargli incarichi di responsabilità. Nel gennaio 1939, dopo il ritiro dei volontari internazionali, lo troviamo a Barcellona in attesa del rientro in Italia dove ha stretti contatti con il SIM (Servizio Informazioni Militare), presentato probabilmente dall’anziano socialista Michele Trulli. Improvvisamente arrestato, su indicazione di Giustizia e Libertà, confessa di esser entrato in contatto con l’ambasciata italiana a Parigi sin dal giugno 1938, mentre si trovava in licenza e di aver offerto i propri servigi di spionaggio in cambio del diritto di rientrare in Italia. E’ stato lui probabilmente a rivelare all’Ambasciata italiana a Parigi i piani dell’offensiva sull’Ebro dell’estate 1938, indicando persino la zona di attacco di Mora del Ebro. L’informazione dell’attacco imminente è trasmessa dalle autorità italiane a Franco non verrà creduta in quanto i nazionalisti ritenevano l’esercito repubblicano in totale crisi. Presumibilmente liberato nella confusione generata dal crollo del fronte catalano e della caduta di Barcellona il 26 gennaio 1936, Contin viene arrestato a Barcellona nell’aprile 1939 a guerra finita e interrogato dal Controspionaggio del CTV (Corpo Truppe Volontarie) italiano. Dichiara di essere una spia del governo italiano partito dall’Italia con l’intento di infiltrarsi nelle organizzazioni antifasciste per svolgere attività informative a favore delle Autorità italiane. In contatto col conte Barattieri, funzionario dell’Ambasciata italiana a Parigi, afferma di avergli inviato due lettere informandolo della imminente offensiva sull’Ebro. Nessuna ulteriore notizia.
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