Fedrizzi Alfredo di Fedrizzi Maria, nato il 19 novembre 1910 a Hard (Bregenz) in Austria, Carpentiere. Anarchico. Trasferitosi giovanissimo a Segonzano il paese natale della madre (Trento) e affidato alla famiglia di Pancrazio Simoni, mentre la madre torna a lavorare in fabbrica in Austria. Di professione contadino, è chiamato alle armi nell’aprile 1931 nel 1. Reggimento Artiglieria Pesante di stanza a Torino. Mentre faceva esercitazioni di tiro a Ronc (Saint-Remy) in Val d’Aosta, ad agosto diserta passando in Svizzera. Il Tribunale Militare di Torino lo condanna in contumacia a 9 anni di reclusione. Dopo un mese passa in Svizzera in Germania, Francia e Marocco. Forse si arruola per breve tempo nella Legione Straniera. Nel 1932 si porta in Spagna, stabilendosi nei dintorni di Barcellona. Lì si avvicina alla ideologia anarchica ed anarco-sindacalista, iscrivendosi alla CNT (Confederaciòn Nacional del Trabajo), nella sezione carpentieri. Allo scoppio della guerra civile si trova quindi già in Spagna, e il 4 febbraio 1937 si arruola nella Sezione Italiana di Carlo Rosselli e Camillo Berneri, aggregata alla Colonna Ascaso della CNT-FAI. Dopo lo scioglimento della Sezione Italiana per le divergenze tra anarchici e giellisti, Fedrizzi abbandona il fronte e si stabilisce a Barcellona. Duranti gli scontri che dal 3 al 7 maggio 1937 contrappongono il governo catalano agli anarchici appoggiati dal POUM (Partido Obrero de Unificaciòn Marxista), formazione comunista antistalinista, Fedrizzi è arrestato con due bombe in tasca. Rinchiuso nel carcere “Modelo” di Barcellona, il 25 maggio 1937 la sua causa viene archiviata, ma lui non è rilasciato. Il 22 giugno inizia con altri 53 detenuti uno sciopero della fame. Con lui sono gli italiani Giuseppe Picone e Mario Bordoni. Liberato in data ignota, rimane a vivere a Barcellona e il 2 ottobre 1937 sposa la spagnola Angelina Ibern Vidal e forse per questo legame rimane in Spagna anche dopo l’occupazione di Barcellona da parte dei franchisti il 26 gennaio 1939. Impiegato come manovale a Barcellona, Fedrizzi viene arrestato solo nel febbraio 1941. Negli interrogatori riesce a nascondere il suo passato di antifascista, pur dichiarandosi cittadino italiano. Dato che è ricercato in Italia per diserzione, è imbarcato il 18 marzo 1941 sul piroscafo “Derna” e sbarca a Genova il 24 marzo. Portato nel carcere militare di Torino è condannato a 5 anni di reclusione. La pena viene differita e Fedrizzi inviato al 1. Reggimento Artiglieria nella caserma di corso Valdocco di Torino e poi al 2. Gruppo di Artiglieria Armata di Moncalieri. Solo il 4 febbraio 1942 sarà chiamato all’Ufficio Politico di Torino dove lo interrogano sulla sua eventuale partecipazione alla guerra di Spagna. Anche questa volta riesce a sviare le indagini. Della sua vita successiva si sa solamente che si stabilisce a Milano, dove muore il 27 giugno 1981.