Pasotti Giuseppe di Evaristo ed Berti Elisa, nato il 10 febbraio 1888 a Conselice (Ravenna). Meccanico, anarchico. Nato in una famiglia di sovversivi, il nonno è repubblicano ed il padre ed il fratello Romolo socialisti, assume presto posizioni anarco-sindacaliste. Di discreta cultura, tiene conferenze e pronuncia discorsi in pubblico. Il 16 novembre 1911 viene condannato dalla Corte d’Appello di Bologna a tre mesi di carcere per aver impedito ad alcuni crumiri di recarsi al lavoro. Nel 1914 partecipa alle agitazioni della Settimana rossa. Durante la I Guerra Mondiale svolge una notevole attività antimilitarista, favorendo anche la diserzione dei giovani chiamati alle armi. Intorno al 1916 si trasferisce a Milano dove aderisce all’USI (Unione Sindacale Italiana, di tendenza anarco-sindacalista, e continua nella propaganda antimilitarista. Nel 1917 è denunciato per reati di stampa. Il 18 gennaio 1918 viene spiccato mandato di cattura nei suoi confronti dal Tribunale di Guerra di Milano “perché imputato di favoreggiamento e subordinazione alla diserzione” e tradotto nella fortezza di Aosta. Mentre è detenuto muoiono di “influenza Spagnola” la compagna Maria Bernardi, simpatizzante anarchica, ed una figlia di pochi anni. Viene rilasciato alla fine del conflitto e riprende l’attività militante come dirigente sindacale nell’Alfa Romeo di Milano e poi nel ferrarese, zona dalla quale deve fuggire nell’aprile del 1921 a causa dello strapotere dei fascisti di Italo Balbo. In breve deve trasferirsi anche da Milano per far perdere le sue tracce; la polizia lo individua nel dicembre 1924 a Castiglione dei Pepoli (Bologna), dove lavora alla costruzione della ferrovia Bologna–Firenze. Nel 1926 trova una nuova occupazione presso Malnate (Varese), non mancando di frequentare gli antifascisti locali. Nel 1929 si reca clandestinamente in Francia; l’anno successivo ottiene il passaporto per la Germania, mentre la sua nuova compagna Maria Linari ed il figlio Nullo sono già emigrati in Francia. La famiglia si riunisce poco tempo dopo a Tolosa (Francia), dove Pasotti frequenta la libreria di Silvio Trentin, punto di riferimento dell’antifascismo italiano nella regione, e scrive alcune corrispondenze per «Il Risveglio Anarchico» e «L’Adunata dei Refrattari». Nel maggio 1932 si trasferisce definitivamente a Perpignan (Francia) e diventa il fiduciario di zona della LIDU (Lega Italiana per i Diritti dell’Uomo). Legato agli anarchici Alphonse Tricheux e Maria Vauthier, aiuta in tutti i modi gli antifascisti in esilio o di passaggio per la Spagna. In Italia viene incluso nell’elenco dei sovversivi attentatori. Nel 1935 viene colpito da un provvedimento di espulsione che viene però sospeso quando il Fronte Popolare vince le elezioni. Con l’inizio della guerra civile spagnola Perpignan diventa, insieme a Marsiglia, il principale centro francese di raccolta e smistamento dei volontari provenienti da tutto il mondo. Pasotti è tra i principali artefici di tale organizzazione, in stretto contatto con Carlo Rosselli e Camillo Berneri, e si reca di continuo a Barcellona, Marsiglia e Nizza, facendo pervenire la corrispondenza proveniente dall’Italia e diretta alla colonia italiana operante in Spagna e viceversa. E’ un dirigente dell’Ufficio di investigazione politica della FAI (Federaciòn Anarquista Iberica), riceve in casa propria gli anarchici che vanno e vengono dalla Spagna, rilascia documenti per entrare in Spagna, settimanalmente egli si reca a Barcellona e si occupa probabilmente anche del traffico delle armi. Arrestato per il presunto coinvolgimento in un attentato, il 2 giugno 1937 il Tribunale di Perpignan lo condanna a tre mesi di carcere. Scontata la pena, viene espulso il 19 agosto, ma si rifugia a Marsiglia. Si sposta di frequente a Nizza, a Parigi ed in Spagna. Di nuovo arrestato il 19 settembre 1937 per infrazione al decreto di espulsione, viene trattenuto in carcere perché sospettato di aver ancora preso parte ad attentati terroristici. Riacquistata in breve la libertà, torna a nascondersi nella zona di Perpignan. Continua a recarsi spesso in Spagna in bicicletta, percorrendo centinaia di chilometri al giorno. A metà del 1938, grazie all’aiuto degli anarchici di Marsiglia, si rifugia con la famiglia a Tunisi (Tunisia) e organizza un gruppo di militanti anarchici, occupandosi in particolare di sottoscrizioni ed iniziative varie a favore dei profughi della guerra civile spagnola. Il 15 aprile del 1939 è arrestato perché sospettato di aver partecipato all’attentato contro il dopolavoro fascista di Bab El Khadra, ma in breve viene rilasciato. Nel 1943 si trasferisce in Algeria arruolandosi, all’età di 55 anni, con i britannici rifiutandosi però di portare armi per coerenza ai suoi principi antimilitaristi e viene impiegato come intendente e cuoco del gruppo dei volontari italiani. Tra il 16 ed il 20 marzo 1947 partecipa, in rappresentanza dei Gruppi Anarchici della Valle d’Aosta, al II Congresso Nazionale della FAI che si tiene a Bologna: riceve l’incarico di riorganizzare il movimento anarchico nel ferrarese. All’inizio del 1948 si trasferisce a Pontelagoscuro (Ferrara), ma le sue speranze di rinascita del movimento libertario restano deluse sia a livello politico che sindacale. Torna a Tunisi, dove muore il 21 aprile 1951.
Annotazioni: Sintesi della scheda più estesa redatta da T. Marabini - R. Zani per il Dizionario on line degli Anarchici Italiani https://www.bfscollezionidigitali.org/entita/14347-pasotti-giuseppe?i=0 URL consultata il 30 novembre 2022
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