Rossetti Giuseppina detta Fifina di Francesco e Vietto Maria, nata il 15 novembre 1899 a Saint André in Savoia (Francia). Il padre, muratore e socialista, la educa ai valori ideali di giustizia, uguaglianza, fraternità e libertà. Tornata nel 1907 con la famiglia a Mongrando (Biella), frequenta per sei anni le scuole elementari ed a quindici anni trova impiego presso l’Ufficio postale di Mongrando dove presta la propria attività per alcuni anni. Trasferitasi per ragioni di servizio a Milano nel 1919, si sposterà in seguito a Legnano, indi a Varese dove diventa gerente dell’Ufficio postale del Sacro Monte. Nel febbraio 1923 sposa Adriano Rossetti, un compaesano, capace ed apprezzato muratore e stuccatore che lavora in Francia, col quale, all’indomani del matrimonio, celebrato a Mongrando, partirà alla volta della vicina repubblica. Il marito in Francia è attivista del Partito Comunista. Nel luglio del 1924 nasce la figlia Liliana, ma lo stesso anno per sfuggire ad un provvedimento di espulsione del marito a seguito di una manifestazione contro il fascismo a Parigi, la famiglia è costretta a rientrare in Italia. Nel 1927 il marito, il padre, la sorella ed il fidanzato di quest’ultima sono denunciati al Tribunale Speciale. Nel 1930 Adriano Rossetti si reca nuovamente in Francia, dove nel 1931 viene raggiunto dalla moglie e dalla figlia. Stabilitisi a Villeparisis, nelle vicinanze di Parigi, Adriano riprende l’attività politica che esplica nel tempo libero dal lavoro; Fifina manda avanti la casa e dà il proprio apporto all’attività clandestina, assolvendo incarichi che le vengono affidati dal Partito anche se non è ancora iscritta. Col passare del tempo l’abitazione dei Rossetti diventa una base del Partito Comunista Italiano dove arrivano i “corrieri” per prendere o portare il materiale di propaganda, dove arrivano vengono i dirigenti, gli emissari, i militanti che non hanno i contatti con il Partito o li hanno persi. Fifina stessa, in questo periodo, invia a mezzo posta a numerose famiglie di Mongrando, volantini antifascisti e copie di giornali, clandestini in Italia, stampati in Francia in lingua italiana. Nel 1936 Adriano, come molti altri antifascisti si reca in Spagna per difendere la Repubblica spagnola. In concomitanza con la partenza di Adriano, Fifina si iscrive al PCI e, insieme alla sorella Aurora, si dedica attivamente alla raccolta di fondi per l’organizzazione del “Soccorso rosso” e per reperire aiuti da inviare ai combattenti della Spagna democratica. Il 14 marzo 1937 Adriano, commissario politico di una compagnia del battaglione “Garibaldi” viene ferito sul fronte di Guadalajara. Dopo essere stato operato in un ospedale militare a ridosso del fronte, viene rimandato in Francia. Accolto in un ospedale di Parigi, a causa della profonda ferita al ventre che si rimargina a stento, nel giro di un anno sarà ricoverato e dimesso numerose volte. Con Adriano ancora convalescente, Fifina accetta la proposta del Partito di spostarsi a Montreuil, sempre nei dintorni di Parigi, in una abitazione il cui recapito “segreto” sarà utilizzato come base dei comunisti italiani. Allo scoppio della guerra mondiale la casa dei Rossetti a Montreuil diventa un punto di riferimento per i resistenti dei Francs Tireurs Partisans (FFP). Ad un certo punto decidono di rientrare in Italia e Adriano e Fifina Rossetti, vengono arrestati alla frontiera di Bardonecchia. Fifina deferita alla Commissione Provinciale è assegnata insieme al marito a 3 anni di confino per l’attività svolta a Villeparisis. Non raggiunge il confino a causa della caduta del fascismo e rientra con marito a Mongrando (Biella). Adriano prenderà il nome di battaglia “Sergio”: gli sarà affidato un compito di responsabilità nell’organizzazione e costituzione dei primi distaccamenti garibaldini che già nel gennaio del 1944 formeranno una brigata “Garibaldi”, la 2. “Biella”, della quale sarà il commissario politico. Liliana verrà utilizzata come staffetta per mantenere i contatti tra i reparti e i comandi partigiani. A Fifina sarà lasciata la conduzione della casa che diventerà, fin dai primi giorni della Resistenza, una base di primaria importanza per la lotta partigiana nel Biellese. Nel marzo del 1944, “Sergio”, arrestato a Novara dai fascisti in seguito ad una delazione, sarà liberato tre mesi dopo in uno scambio di prigionieri. Trasferitosi nella Valle d’Aosta, assumerà l’incarico di commissario politico della 7. divisione Garibaldi. Ripreso nel dopoguerra il normale menage familiare Fifina muore a Mongrando nel 1985.
Annotazioni: Scheda biografica redatta con notizie tratte dall\\\'articolo di Luigi Moranino, Giuseppina Rossetti una donna nella lotta antifascista su L\\\'Impegno, anno 7, n.3, dicembre 1987
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