Caleffi Giovanna (in realtà Giovannina per l’anagrafe) di Giuseppe e Simonazzi Caterina, nata a Gualtieri (Reggio Emilia) il 4 maggio 1897. Insegnante, anarchica. I genitori sono modesti agricoltori e genitori di cinque figli. Il padre emigra a Pittsburgh (USA) insieme al figlio maggiore. Giovannina (comunemente chiamata Giovanna) frequenta la scuola a Gualtieri e, dal 1914, a Reggio Emilia dove si trasferisce per completare gli studi. Frequenta il circolo socialista assistendo ad alcune conferenze di Camillo Prampolini, avvicinandosi al socialismo. A 15 anni Giovanna si allontana dalla fede cattolica, non senza che ciò comporti delle liti in famiglia. Allieva di Adalgisa Fochi, si avvicina al socialismo e diviene attiva conferenziere nel circolo femminile socialista. Consegue il diploma di maestra nel 1915 e comincia a insegnare nella scuola elementare a Santa Vittoria di Gualtieri (Reggio Emilia) prima, e l’anno dopo, già di ruolo, presso le scuole elementari di Montecchio Emilia (Reggio Emilia). Nel 1915 conosce Camillo Berneri, figlio della sua insegnante Adalgisa Fochi, all'epoca studente liceale e militante nella Federazione Giovanile Socialista, che ben preso abbandonerà per abbracciare l'anarchismo e che nel 1916 si trasferisce ad Arezzo. I due si sposano il 4 novembre 1917 a Gualtieri. Il primo marzo 1918, assente Camillo richiamato alle armi e quindi inviato al confino per il suo antimilitarismo, nasce la figlia Maria Luisa. In seguito la famiglia si trasferisce a Firenze e li, il 5 ottobre 1919, nasce la seconda figlia Giliana. A Firenze, la casa Berneri-Caleffi diviene un punto di riferimento di anarchici e antifascisti: Gaetano Salvemini, i promotori del Circolo di cultura fiorentino (es. Piero Calamandrei), Carlo e Nello Rosselli, Ernesto Rossi, Piero Jahier ecc. La vita in comune con Camillo la porta anche ad avvicinarsi all'anarchia, anche se inizialmente non può essere considerata un'attiva militante. Si occupa principalmente delle figlie, di lei Camillo diceva al suo amico Gaetano Salvemini: «Non è anarchica nel senso di essere una militante, però accetta le mie idee e le condivide in gran parte». Nell'aprile del 1926, dopo l'avvento del fascismo e dopo aver subito due aggressioni, Camillo che a Camerino si è rifiutato di giurare fedeltà al regime, è costretto ad espatriare. Inizialmente Giovanna trascorre alcuni mesi presso la casa della suocera, poi il primo agosto del 1926 riesce a ricongiungere tutta la famiglia a Saint-Maur-des-Fossés nella periferia di Parigi. Mentre il marito va peregrinando per l'Europa, vittima di persecuzioni, arresti ed espulsioni, nel 1933 Giovanna apre un negozio di drogheria in rue de Terre-Neuve, 20, il cui retro diviene rifugio dei fuorusciti anarchici, dove vi lavora anche Marietta Bibbi. Espulso dalla Francia, allo scoppio della guerra civile il marito Camillo è tra i primi ad accorrere in Spagna, rivestendo ruoli di responsabilità sia nella costituzione della Sezione Italiana della Colonna “Ascaso” della CNT/FAI assieme a Carlo Rosselli e Mario Angeloni, che soprattutto nel dibattito politico come redattore del periodico libertario "Guerra di Classe". Giovanna Caleffi e la figlia Maria Luisa si recano a trovarlo in Spagna un paio di volte. Il 5 maggio 1937 Camillo Berneri è assassinato a Barcellona durante i disordini che contrappongono il governo catalano agli anarchici ed il POUM (Partido Obrero de Unificaciòn Marxista), una formazione comunista antistalinista. Giovanna accorre per partecipare ai funerali con la figlia Maria Luisa. Raggiunge però Barcellona quando i funerali sono già in corso e nella città catalana madre e figlia sono accolte dall'anarchico di Carrara Umberto Marzocchi. Dopo questo fatto Giovanna si impegna direttamente nella battaglia politica libertaria, divenendo una militante e tenendo i contatti con i fuoriusciti anarchici negli Stati Uniti. Inizia a scrivere per il giornale anarchico di Boston “Controcorrente” e pubblicherà anche un suo appello nel 1939 su “L'Adunata dei Refrattari” non firmandolo per motivi di sicurezza. Tale appello è inerente all'internamento dei miliziani antifascisti reduci dalla guerra di Spagna, rinchiusi nei campi di concentramento francesi. La stessa Emma Goldman si prodiga affinché l'appello della Caleffi tradotto in molte lingue abbia la più ampia diffusione possibile a mezzo stampa. Nel frattempo (1938) Giovanna fonda il “Comitato Camillo Berneri” che pubblica una raccolta del marito intitolata “Pensieri e Battaglie”, ed è sempre Emma Goldman che scrive la prefazione alla raccolta di scritti. In questo periodo collabora alle attività clandestine degli anarchici italiani ed alla “Solidarietà internazionale Antifascista”. Arrestata a Parigiil 18 ottobre 1940, su richiesta del regime italiano, resta tre mesi nel carcere della Santé. Nel febbraio 1941 è deportata in Germania e, dopo 5 mesi trascorsi in diverse prigioni e portata in Austria e successivamente tradotta in Italia e consegnata alla polizia italiana. Deferita al Tribunale provinciale, il 25 agosto 1941 è condannata ad un anno di confino da scontarsi a Lacedonia (Avellino) con l'accusa di «aver svolto all'estero attività sovversiva dimostrandosi elemento pericoloso per gli ordinamenti politici dello Stato». Una volta scontata la pena ritorna a Gualtieri, dove però le viene negato il passaporto per la Francia in quanto è riconosciuta come un'anarchica militante; si dà quindi alla latitanza nell'Italia meridionale e dal febbraio 1943 va a vivere con Cesare Zaccaria. vecchio amico di famiglia. Il 12 aprile 1945 invia da Napoli una lettera alla Federazione Comunista libertaria di Livorno, in cui li invita a non stringere rapporti con la locale sezione del Cominato di Liberazione Nazionale, ricordando loro proprio i tragici fatti della rivoluzione spagnola che aveva visto molti anarchici cadere per mano stalinista. Liberata l'Italia dal fascismo, si attiva per la ricostituzione del movimento anarchico: stringe rapporti con Armido Abbate e Pio Turroni, editori dei giornali clandestini «La Rivoluzione libertaria» (1944) e «Volontà». Quest'ultimo sarà trasformato poi in rivista in seguito alle delibere del Congresso di Carrara (1945) e si avvarrà nel tempo di personalità del calibro di Silone, Camus, Salvemini ecc. Nel settembre 1945 (15-19 settembre) partecipa con Cesare Zaccaria e la figlia Giliana, tutti delegati dell'Alleanza Gruppi Libertari Campani, al congresso costitutivo della Federazione Anarchica Italiana. Cura anche le edizioni RL e la Collana Porro, editando inoltre pubblicazioni di Malatesta, Voline, Luigi Fabbri, Carlo Doglio ecc. Scrive su varie riviste anarchiche e non: «Umanità Nova», «L'Adunata dei Refrattari», «Controcorrente» di Boston; «Il Mondo», «Il Lavoro nuovo» di Genova ecc. Insieme a Cesare Zaccaria, si batte in favore del controllo delle nascite diffondendo l'opuscolo Il controllo delle nascite (1948), contenente una raccolta di articoli apparsi nel 1947 su «Volontà», immediatamente sequestrato dalle autorità. I due sono processati per propaganda contro la procreazione ma vengono assolti entrambi con formula piena nel maggio del 1950. La figlia Maria Luisa muore di infezione virale a Londra, a trentuno anni, il 13 aprile 1949. Dal 1951, in ricordo della figlia, Giovanna Caleffi, organizza a Paino di Sorrento una colonia estiva per i bambini figli di anarchici e anarchiche di tutte le nazionalità, grazie alla casa privata messa a disposizione da Cesare Zaccaria. L'esperienza sarà interrotta momentaneamente nel 1957 a causa del deficit economico e soprattutto per via della fine del rapporto tra Giovanna e Cesare. Le difficoltà non impediscono però alla madre di cercare nuovi finanziatori che le permettano proseguire l'esperienza della colonia e mantenere così vivo il ricordo della figlia. Dopo vari tentativi alla fine riuscirà ad acquistare un terreno nella pineta di Ronchi (Massa), a 700 metri dal mare, in cui nascerà la Comunità «Maria Luisa Berneri» e a cui si adopererà sino alla morte. In seguito, grazie ad un nuovo gruppo dirigente formato da quattro persone, la Colonia sopravviverà per tre anni. Giovanna Caleffi muore tra le braccia dell’amico anarchico Aurelio Chessa il 14 marzo 1962, mentre sta uscendo dall’ospedale di Genova Nervi, dove è stata ricoverata per una grave malattia.
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