Trojani Emilio, nato a Gstaad, frazione Saanen, nel Cantone di Berna il 16 settembre 1915. Pittore edile, comunista. Residente in Francia da data sconosciuta, risulta iscritto al Partito Comunista dal 1935. Giunge in Spagna l'11 ottobre 1936. E’ arruolato nel Battaglione Garibaldi e successivamente nella Brigata. Prende parte a numerosi combattimenti tra cui Centro, Aragona ed Estremadura. Ferito a Huesca il 16 giugno 1937. Viene promosso prima sottotenente e poi tenente per meriti di guerra il primo dicembre 1937. Il 26 febbraio 1938 l’edizione italiana dell’organo delle Brigate Internazionali “Le Volontaire de la Libertè”, pubblica nel numero 62 un articolo in spagnolo che descrive le sue esperienze in Spagna dal titolo:” Combattenti Internazionali. Emilio Trojani”, firmato da una anonima Recluta della 2. Compagnia del 1. Battaglione della Brigata Garibaldi: “Emilio Trojani è italiano. Non ha più di vent’anni. E’ stato anche uno dei primi a far parte del Battaglione Garibaldi. Arrivò in Spagna nei primi giorni del mese di ottobre del 1936. La Casa de campo è stato il suo primo fronte e dove afferma la lotta fu più dura, perché i fascisti erano alle porte di Madrid. “Chi non ricorda quei giorni! Mentre i mori avanzavano con i nazionali di Franco, dieci compagni della sua compagnia andarono a lanciare bombe a mano contro le truppe che attaccavano, facendole retrocedere molto lontano. Dopo a Pozuelo, Qui i fascisti avevano attaccato e noi insieme ai compagni spagnoli, iniziammo un contrattacco recuperando il terreno perduto ed avanzando in profondità. I fascisti attaccarono con i carri armati ed i mori le linee difese dal nostro Battaglione, ma furono respinti e persero un fortino conquistato dai nostri compagni. I carri armati indietreggiarono sotto la minaccia delle bombe a mano. La notte successiva attaccarono il paese con poderose batterie d’artiglieria, ma non avanzarono neanche di un passo. Da Pozuelo si andò a Boadilla del Monte dove ci fu una grande attività dell’artiglieria nemica e la loro aviazione bombardava tanto da sembrare una pioggia di bombe, senza però riuscire ad intaccare le nostre linee di difesa. Il giorno di Capodanno entrammo a Mirabueno, prendendo ai fascisti mitragliatrici assolutamente nuove, che non avevano mai sparato, e parecchi prigionieri. Dopo ci spostammo a Majadahonda, dove avanzammo di circa sei chilometri sotto un intenso fuoco di artiglieria. I fascisti attaccarono con i carri armati, ma furono respinti. Dopo Majadahonda ci portammo sul Jarama dove i ribelli avevano rotto il fronte con una formidabile cavalleria e riuscimmo a respingerli, tra gli altri con la nostra seconda compagnia. Tutte le notti, malgrado il freddo, uscivamo di pattuglia per migliorare le nostre posizioni e scoprire l’attività del nemico. Il successivo fronte fu Guadalajara. Quando vi giungemmo il, freddo era intenso. Nella presa del Castillo de Ybarra facemmo numerosi prigionieri ed una gran quantità di materiale; ci impadronimmo di camion completamente carichi. La nostra aviazione, questa volta numerosissima, realizzò azioni brillanti. Fu tale lo scoramento dei fascisti che riuscimmo a prendere camion pieni di armi che non erano riusciti a portare via. Dopo aver riposato alcuni giorni andammo a Huesca dove [Trojani] perse un pezzo del dito. Ricoverato a Reus, una volta guarito, rientrò nella Brigata. Sul fronte di Farlete la sua compagnia difese un fortino da tre attacchi nemici, abbandonandolo poi dopo aver inferto numerose perdite al nemico. Poi si sostò a Fuentes de Ebro. Al ritorno dall’ospedale lo avevano promosso sergente, poi sottotenente e adesso tenente.” Nessuna ulteriore notizia.
Annotazioni: La presenza di questo volontario è confermata fa Pietro Pavanin nella scheda RGASPI F 545, Op. 6, D 506 e da un secondo documento RGASPI F.545, Op. 3, D. 165
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