Stabellini Alfredo di Pio e Cavallari Luigia, nato il 29 gennaio 1897 a Borgo San Giorgio (Ferrara). Trotskista. Artigliere nella Prima guerra mondiale prende parte ai combattimenti che hanno luogo a Gorizia, a Caporetto e sul Piave. Iscritto al Partito Comunista d’Italia dal 1921. Emigrato in Francia con regolare passaporto nel 1929, dopo aver rotto col Partito Comunista, si avvicina al trotskismo. Il 31 maggio 1931 viene fermato dalla polizia francese insieme a tutto un gruppo di comunisti italiani che intonano Bandiera Rossa durante la commemorazione annuale dei comunardi fucilati al Muro dei Federati, nel cimitero parigino del Père-Lachaise. Del gruppo fa parte anche Cristofano Salvini, che Stabellini aveva forse conosciuto qualche tempo prima e col quale avrebbe condiviso la militanza trotskista negli anni successivi. Rimesso in libertà dopo essere stato ammonito, Stabellini è sottoposto a sorveglianza. Nel 1934 aderisce probabilmente al Gruppo di Unità Comunista fondato da Nicola Di Bartolomeo agli inizi di quell’anno o alla fine del 1933 e partecipa poi alla sua trasformazione nel gruppo “La Nostra Parola” dalla rivista omonima, del quale è uno dei fondatori. Il 9 aprile 1935 Stabellini aderisce al Partito Socialista Italiano riformista insieme ad altri cinque membri fondatori del gruppo La nostra parola, mettendo in pratica la tattica «entrista» patrocinata da Trotsky fin dal febbraio 1933, con l’obiettivo di intercettare e conquistare all’organizzazione i militanti socialisti maggiormente orientati a sinistra. All’interno del PSI, il gruppo assunse la denominazione di Corrente Bolscevico-Leninista Internazionalista. Allo scoppio della guerra civile spagnola arriva a Barcellona nell’agosto del 1936, aderendo al Grupo Bolchevique-Leninista fondato il mese prima da Di Bartolomeo e si arruola nella Colonna Internazionale “Lenin” del POUM (Partido Obrero de Unificaciòn Marxista), piccolo gruppo comunista antistalinista, combattendo nelle sue file sul fronte d’Aragona. Al termine della guerra civile è internato in Francia in diversi campi tra cui Gurs. Nel 1944 combatté a Vincennes contro i nazisti, ricevendo dopo la Seconda guerra mondiale, per il suo impegno nella Resistenza francese, l’attestato di partigiano. Rientra in Italia alla fine degli anni Sessanta e muore il 2 settembre 1989 a Riccione (Rimini).
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